ArchiveIl coprifuoco cambia dal 17 maggio. L’ipotesi: a casa entro mezzanotte

Il coprifuoco cambia dal 17 maggio. L’ipotesi: a casa entro mezzanotte

Ma potrebbe esserci una fase intermedia con limite alle 23. Visite nelle Rsa, forse ok per la festa della mamma

Una manifestante contro il coprifuoco tra le 22 e le 5

Una manifestante contro il coprifuoco tra le 22 e le 5

La data cerchiata di rosso è il 14 maggio. Se i risultati del monitoraggio della prossima settimana saranno buoni e non ci sarà stata l’ondata di contagi conseguente al ’liberi tutti’ del 26 aprile, il governo sarà più sereno. Il coprifuoco slitterà certamente di un’ora, cioè alle 23, probabilmente di due, fino a mezzanotte. Impossibile cancellarlo di botto, come chiede il governatore della Liguria Giovanni Toti, però l’avanzata del piano vaccinale sembra rendere l’allungamento del divieto di circolazione il 17 maggio (è il lunedì successivo al "tagliando" sulle misure di contenimento previsto per metà mese) assai realistico per tutti nella maggioranza. Che, non a caso, ieri ha bocciato in Senato l’emendamento di Fd’I con la proposta di posticipare subito in zona bianca e gialla il coprifuoco alle 24. Giudicata intempestiva anche da Lega e Forza Italia, che si sono astenuti.

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Tutt’altro discorso, dicono al ministero della Salute, per quanto riguarda i locali al chiuso: il rischio di anticipare la ripartenza dei servizi di ristorazione all’interno è considerato troppo alto e, malgrado le pressioni, è molto probabile che verrà rispettato il crono programma che fissa quelle riaperture al 1 giugno. In realtà da quel momento si procederà verso una riapertura generale, abolizione del coprifuoco inclusa, senza la quale difficilmente si potrebbe scommettere sul rilancio della stagione turistica.

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Malgrado il pressing delle Regioni, non c’è una data per la fine delle restrizioni: potrebbe arrivare il 15 giugno, il primo luglio o (secondo i pessimisti) il 15 luglio. Un punto fermo è che non dovrebbe rallentare il piano vaccini, elemento di forte sostegno per una rapido ritorno alla normalità. Quella normalità verso cui sono ansiosi di tornare gli ospiti delle Rsa che fremono perché si riaprano le porte (chiuse il 13 ottobre con dpcm) per tornare ad abbracciare i parenti. Si va in quella direzione, ma in quali termini ancora non è chiaro: ci sono una serie di nodi tecnici e giuridici da sciogliere, inclusi quelli che riguardano la privacy. Nel governo, però, c’è chi spera di poter raggiungere il risultato già domenica 9 maggio: è la festa della mamma, e la simbologia sarebbe ben chiara.

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Sugli scudi di centrodestra e governatori resta il settore del wedding e delle sue filiere: qui la situazione è abbastanza delicata, perché l’organizzazione di cerimonie ed eventi richiede tempi certi. Ne è consapevole la ministra degli affari Regionali, Mariastella Gelmini (FI) che si batte per "dare una data" al settore. Il programma fatto dal governo lo scorso mese prevede che dal 15 maggio riaprano le piscine pubbliche e private all’aperto, dal 1 giugno si possa svolgere attività sportiva anche nei luoghi chiusi mentre fissa la ripartenza per le fiere il 15 giugno e il 1 luglio rende possibile tornare a organizzare convegni, congressi nonché frequentare centri termali, parchi tematici o di divertimento. Anche dell’eventualità di rivedere certe decisioni si ragionerà la prossima settimana in consiglio dei ministri: "Vogliamo andare ad aperture ragionate, in base ai dati – fanno sapere da Palazzo Chigi – c’è una tabella di marcia, via via che le situazioni lo permetteranno faremo ciò che gli italiani si aspettano".

Sarà pure una marcia graduale, ma si va verso la riapertura generale e la fine del coprifuoco. Salvo improbabile incidenti sul fronte della vaccinazione la strada è segnata. Il premier Draghi ha fretta di rimettere in moto l’economia e di riaprire il paese "in sicurezza" non solo agli italiani, ma pure ai turisti stranieri: di qui la scelta di abolire dal 15 maggio la quarantena obbligatoria di 5 giorni per chi entra in Italia da un Paese dell’Europa (qui tutti i dettagli del green pass). La prossima settimana il governo varerà il decreto sostegni bis, un provvedimento che vale 40 miliardi, la maggior parte dei quali andrà a ristorare le attività messe in ginocchio dalla pandemia. Uno sforzo enorme, che viene fatto appena un mese dopo l’approvazione del primo dl sostegni, e che e nelle intenzioni del presidente del consiglio dovrebbe essere l’ultimo esborso di questo tipo. Per farcela è fondamentale riaprire in tempo per la stagione estiva.