Martedì 23 Aprile 2024

Il contratto monstre di Messi: mezzo miliardo Un comune mortale li guadagna in 10mila anni

Il quotidiano ’El Mundo’ pubblica il documento riservato con le cifre del quadriennale firmato nel 2017: più di 555 milioni di euro I conti del Barcellona sono allo stremo ma non è colpa dell’ingaggio del campione. La cifra svelata da una talpa della società

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di Leo Turrini

Con quella cifra, si possono acquistare più di 250 milioni di copie di questo giornale. Con quell’ingaggio, si possono comprare all’incirca 600 mila modelli dell’ultimo smartphone alla moda. E chi invece avesse una passione per la cantina potrebbe tranquillamente ordinare quasi quattro milioni di bottiglie di champagne pregiato.

Non male, eh? A tanto si arriva considerando le ipotesi di investimento alla portata di Leo Messi, idolo supremo del calcio planetario.

È stato un quotidiano spagnolo, El Mundo, a mettere nero su bianco l’iperbolica somma che il Barcellona si è impegnato a versare nelle casse del fuoriclasse argentino per vestirlo di blaugrana dall’autunno 2017 alla estate 2021. In numeri: 555.237.619 euro. Lordi, per carità. Data al fisco la parte che gli spetta, non sono bruscolini.

Semplificando: oltre mezzo miliardo di euro. Per tirare calci ad un pallone. Come cantava Francesco De Gregori? Ah, già: "Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore". Forse.

Il botto. La pubblicazione del documento, autentico ma riservatissimo, ha scatenato un putiferio. Il club catalano ha immediatamente minacciato azioni legali per violazione della privacy. Ma c’è chi sospetta che le carte siano state fatte uscire da ambienti vicini alla dirigenza. Motivo: Messi è in scadenza di contratto, già l’estate scorsa aveva chiesto di essere ceduto, far conoscere l’enormità del suo stipendio può placare l’irritazione dei tifosi, che mal sopportano l’idea di vederlo con la maglia del Psg o del Manchester City.

Per sceicchi ed emiri, lo spreco non è un problema.

Il debito. Di più. Il Barcellona, negli anni, ha accumulato un debito mostruoso. Più di un miliardo di euro. Messi c’entra fino ad un certo punto: disastrose sono state alcune costosissime operazioni di mercato. Tanto che ora il Barca è obbligato a tagliare drasticamente le spese. Il crollo dei ricavi causa Covid (stadi vuoti, incassi azzerati, merchandising ai minimi) ha fatto il resto. Che non è una mancia.

La morale. Adesso, un attimo di attenzione. Per pareggiare le entrate di Messi in appena quattro anni, un comune mortale così fortunato da guadagnare 50 mila lordi ogni dodici mesi dovrebbe campare grosso modo diecimila anni. Hai voglia.

Ci sarebbe da indignarsi, a maggior ragione nella patria degli Indignados e di Podemos, nella Spagna nemica dichiarata della ingiustizia sociale. E non c’è dubbio che gli incassi dei Paperoni dello sport, da LeBron James a Cristiano Ronaldo, da Tom Brady a Roger Federer suonino come un insulto al buon senso. A maggior ragione in tempi di pandemia e annesso disagio esistenziale ed economico per tanti. Ma il discorso vale anche per i mega manager di multinazionali, di banche, eccetera. Solo che.

Solo che la verità bisogna dirla (e scriverla) tutta. Non è che chi ha firmato quel contratto, per conto del Barcellona, avesse la pistola puntata alla tempia. È stata, cioè, una libera negoziazione. A qualunque livello, il mercato segue le sue leggi. Che non di rado rasentano la follia: abbiamo visto dirigenti che avevano sfasciato aziende lasciarle con oscene buone uscite.

Un’ultima, banale osservazione. Il Barcellona non vince la Champions dal 2015. Attualmente sta stentando molto in campionato. Messi sta invecchiando.

Ci sarebbe stato lo scandalo dei 555 milioni eccetera se Leo fosse stato ancora in grado di fare la differenza da solo? Uhm...