Giovedì 18 Aprile 2024

Il Colle si schiera sul Mes "Usare tutte le risorse Ue"

Mattarella non cita mai il Fondo salva-Stati, ma i partiti favorevoli esultano. Timori del presidente per le conseguenze economiche della seconda ondata

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di Antonella Coppari

La parola Mes il presidente della Repubblica non la pronuncia e non la pronuncerà mai. Dopo i messaggi di ieri, però, in molti hanno pensato che l’allusione al prestito del Fondo salva-Stati ci fosse. Magari si tratta di una lettura interessata di chi, nella maggioranza e nell’opposizione, vuole il Mes. Di certo, sia l’intervento per il congresso dei Comuni montani sia quello per la Cna (gli artigiani italiani) erano stati preparati da alcuni giorni e riguardavano soprattutto due temi che a Mattarella stanno molto a cuore: le gravissime differenze territoriali, causa della desertificazione dei piccoli centri, e gli squilibri sociali.

"Un rischio che non possiamo correre è che, alle diseguaglianze tra territori già esistenti nel nostro Paese, si aggiungano quelle derivanti da effetti della pandemia". Non ha sentito il bisogno di rimetterci mano. Nella situazione evidenziata dagli scontri di Napoli, quei passaggi gli sono sembrati adeguati.

Sì, perché la preoccupazione del Quirinale è profonda. Da un lato, riguarda l’emergenza sanitaria, per cui ritiene "fondamentale" una "leale collaborazione tra le Istituzioni", che sin qui è mancata e, forse, tra le righe si può scorgere l’ennesimo invito al dialogo con l’opposizione. Dall’altro, desta allarme il versante economico. Secondo i tecnici del Colle, il problema è evidente: per fronteggiare la prima fase della crisi dovuta al Covid è stato necessario un deficit di 100 miliardi; la seconda fase potrebbe rivelarsi più dura però stavolta non c’è possibilità di uno sforamento che si avvicini anche vagamente a quei livelli.

Per quanto i tassi negativi oggi consiglino di ricorrere al deficit, l’idea di un debito pubblico che si gonfia a dismisura è inimmaginabile. Dagli studi che circolano al Quirinale risulta che alcuni settori hanno retto il colpo in parte grazie agli aiuti, in parte grazie alla ripresa estiva. Altri, purtroppo, no: sono rimasti in ginocchio e un secondo colpo sarebbe micidiale.

Che fare allora? Per il Colle la soluzione non può che essere delegata all’Europa: "L’Unione europea, che ha dimostrato di saper cogliere la delicatezza della situazione, ha messo a disposizione strumenti che permettono di mobilitare risorse ingenti. È una opportunità che va colta per ammodernare il Paese". Spetta a Bruxelles, come in primavera, rispondere a un disagio sociale che non è solo italiano. Difficile immaginare che possa bastare il Recovery Fund, destinato ad investimenti che daranno frutto nel corso del tempo.

L’urgenza è immediata. Dunque? Europa significa anche Mes, esulta chi vuole quei fondi. Fedele al suo mandato di non ingerenza, non si tirerà fuori a Mattarella una sillaba che suoni come condizionamento delle autonome scelte del governo. Ma non par vero a democratici e renziani, come ai forzisti, di poter utilizzare questo argomento per rinforzare il pressing che fanno da mesi su Conte. Sì, perché da queste parti forte è la sensazione che, mentre prima sul Colle erano tiepidi verso questo strumento, ora inizino a pensare che potrebbe essere una strada obbligata.