Giovedì 18 Aprile 2024

Il classico pasticcio all’italiana

Sofia

Ventura

n Italia più che altrove in Europa – spiegava ai suoi lettori Le Monde ieri mattina – il sostegno all’Ucraina divide e l’uomo che incarna da quasi un anno la resistenza del suo Paese non gode di sostegno unanime nell’opinione pubblica".

Così commentava il giornale francese l’imbarazzante disputa tutta italiana sul presidente ucraino a Sanremo, prima ancora che si diffondesse la notizia che non vi sarebbe stato alcun messaggio video, ma solo una lettera. Ci facciano riconoscere.

E chi, persona "di onesti sentimenti", avrebbe detto Gaber, dovesse aver provato profondo disagio di fronte alla notizia del dietrofront della Rai, chissà come si sarà sentito ascoltando la burocratica, contorta e imbarazzata spiegazione offerta dal direttore di RaiUno Coletta. Per non dire del conduttore e direttore artistico Amadeus che ha cercato di far passare l’idea come una scelta di Zelensky. Ma che si sia trattato di un dietrofront a seguito del bailamme creato attorno a quei due semplici minuti registrati di un presidente che rappresenta il suo popolo aggredito, ma anche un’Europa violata, è chiaro a tutti. Anche ad Al Jazeera: "Zelensky non si rivolgerà più al festival italiano della canzone di Sanremo, hanno dichiarato i suoi organizzatori in seguito alle critiche provenienti da parte di tutto lo spettro politico". Don Abbondio contemporanei, i dirigenti Rai, se non le persone "di onesti sentimenti", hanno perlomeno accontentato la galassia degli antipatizzanti degli aggrediti e dei simpatizzanti degli aggressori, che ora potranno cantare vittoria. Come d’altro canto ha subito fatto la portavoce del ministro degli esteri russo Lavrov, Marija Zacharova – stella della propaganda russa – che ha colto l’occasione per prendersi gioco di Volodymyr Zelensky: "avrebbe potuto vincere questo concorso con un rap". Si poteva fare peggio? No.