Il ciclone Carrà trasformò il Paese. Era la più amata dagli italiani

Si è spenta a 78 anni dopo una breve malattia. Con l’ombelico nudo in televisione sfidò la censura. Con le canzoni anticipò la rivoluzione nei costumi. Per il Guardian "insegnò agli europei la gioia del sesso"

Raffaella Carrà durante una puntata di Canzonissima (1971) che la lanciò nell’olimpo tv

Raffaella Carrà durante una puntata di Canzonissima (1971) che la lanciò nell’olimpo tv

Raffaella Carrà si è spenta alle 16.20 di ieri, dopo una malattia di cui pochi erano a conoscenza. Attrice, presentatrice, soubrette e cantante, la regina della tv italiana aveva 78 anni. L’ultimo suo post sui social risale al 18 giugno, giorno del suo compleanno: «Il vostro affetto mi commuove, vi abbraccio e vi auguro un estate con ritorno alla normalità». E invece ieri, l’annuncio della scomparsa, fatto dal suo ex compagno e amico inseparabile Sergio Japino: «Raffaella ci ha lasciati. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre». Nelle sue ultime volontà, Raffaella ha chiesto una semplice bara di legno grezzo e un’urna per le sue ceneri. La data delle esequie è ancora da definire. Unanime il cordoglio del mondo dello spettacolo: viene meno una popstar internazionale che ha segnato un’epoca.

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"Com’è bello far l’amore da Trieste in giù l’importante è farlo sempre con chi hai voglia tu".

Era il 1978. Raffaella osò l’inosabile, più di quanto avesse fatto prima: portò in televisione una canzone che lasciava liberi tutti. Ognuno poteva fare in camera da letto quel che voleva e con chi voleva.

Nessun sociologo ha mai riflettuto abbastanza sull’effetto Carrà: lei poteva dire quel che credeva, senza preoccuparsi di scandalizzare un’Italia che arrancava fra stereotipi e pregiudizi. Anzi, era amata proprio perché a suo modo ha anticipato la modernità.

Ma dove aveva conquistato questa aurea licenza di pensare? "Sono stata cresciuta solo da donne", raccontava Raffaella Maria Roberta Pelloni, nata a Bologna il 18 giugno del ‘43. Tempi di guerra duri per tutti. Figuriamoci per una bambina di genitori presto separati. Da una parte lei, mamma Angela Iris mai risposata, nonna Andreina e una severissima tata inglese. Dall’altra, il padre farfallone e romagnolo, che aveva un bar-gelateria a Bellaria.

Raffaella – diventata Carrà per un’intuizione del regista Guardamagna – ha fatto dell’orgoglio femminile una bandiera: coraggiosa, spontanea, ironica. Indipendente e self-made-woman. Varietà del sabato televisivo, cinema, regina di Spagna e del Sudamerica. Settant’anni di carriera. L’esordio nel ‘50 in un film di Mario Bonnard, il titolo che ha il sapore di un’altra epoca: Tormento del passato.

Sessanta milioni di dischi venduti, 22 dischi d’oro e di platino, 13 Telegatti. Showgirl, certo. Ballerina, senz’altro. Cantante, ovviamente. Ma soprattutto trasgressiva malgrado la risata – Dio, che cos’è stata quella risata – rassicurante e familiare. "Ho aiutato le donne a credere in se stesse", sottolineava. "Mi hanno vista come una di loro e non una mangiauomini".

L’anno scorso il Guardian l’ha descritta come "la popstar italiana che ha insegnato agli europei la gioia del sesso".

Eppure la sua vita privata è stata monogama. Niente pettegolezzi, al di là di una paparazzata fasulla con Frank Sinatra in via Veneto. E pochi grandi amori mai celebrati in matrimonio: il calciatore Gino Stacchini, il pigmalione Gianni Boncompagni, l’ultimo compagno Sergio Japino. Non poteva essere altrimenti per un patrimonio nazionale e collettivo. Era la donna che piaceva a tutti, ma proprio a tutti. I bambini stravedevano per il personaggio di Maga Maghella. Non ha avuto figli, però ne ha fatti adottare a distanza 150mila, grazie alla trasmissione Amore.

Ma il pubblico che più l’ha seguita è stato di altro genere: "Sulla mia tomba lascerò scritto: perché sono piaciuta tanto ai gay?". Icona arcobaleno pesante come Lady Gaga, aveva spezzato l’ennesimo tabù con il brano Luca. Gli omosessuali l’hanno adorata imitandola, in testa la parrucca bionda che fa tanto Raffa. Roteava il caschetto platino cantando Rumore, Fiesta, Forte forte forte. Motivi che tutti abbiamo in mente.

Sorrentino per La grande bellezza ha preso in prestito A far l’amore comincia tu, decretandone il valore simbolico al di là del tempo che passa.

È stata però la tivù a farla entrare nelle case. Tappe storiche come Canzonissima del ‘71, la Carrà nell’occhio della censura per l’ombelico scoperto nel ballo allusivo del Tuca Tuca. Come uscire dalle sabbie mobili? Ci pensò l’ospite d’onore Alberto Sordi buttandosi in pista con lei, e tocchettando con la punta delle dita quel sensuale punto focale. Fu un trionfo. E poi Milleluci con l’altra superstar Mina, il successo di Fantastico, il salotto del mezzogiorno targato Pronto, Raffaella?: quanti fagioli ci sono nel vaso, vai a saperlo.

Energica, combattiva. Intervistatrice di prima classe, mai a disagio. Una volta chiese in diretta a Robert Mitchum: come vive adesso? Lui rispose impassibile: "Respirando". Un abbraccio affettuoso sciolse il ghiaccio fra gli applausi della platea.

Raffaella aveva patito l’anno del Covid. "Nessuna cosa bella è accaduta", aveva detto a fine 2020. E ancora: "Mi sono vista due volte al tg in questi giorni. Ho pensato: alla terza sarà per dire che sono morta. Tocco ferro". Non è servito. Prima o poi succede a tutti, così è la vita. Però quanto sarebbe bello se adesso riapparisse all’improvviso: una risata e via. L’ultima carrambata.