Martedì 16 Aprile 2024

Il centrodestra "Ti do il presidenzialismo se tu mi dai la Flat tax"

Fratelli d’Italia all’attacco, il Carroccio rivendica anche l’autonomia delle Regioni. Tajani (Forza Italia): "Proposte credibili per soddisfare le necessità degli italiani"

di Elena G. Polidori

Di carne al fuoco ce n’è davvero tanta e quella che si proseptta, per il centrodestra, è davvero un’occasione imperdibile per portare a casa, in breve, la cancellazione della legge Fornero, la Flat tax al 15% per famiglie ed aziende, passando per la sicurezza e il contrasto all’immigrazione clandestina e una speciale tutela per la famiglia. E, soprattutto l’autonomia ed il presidenzialismo: temi caldi, caldissimi, altamente divisivi (soprattutto gli ultimi due), che da ieri pomeriggio sono sul tavolo del programma del centrodestra che gli emissari di Meloni, Salvini e Berlusconi stanno cercando di trasformare in una piattaforma su cui chiedere il voto degli italiani il 25 settembre.

Il vero scontro, si annuncia, andrà in scena tra Fdi e Lega su due battaglie storiche dei due partiti. Innanzitutto il presidenzialismo. Per Giorgia Meloni l’elezione diretta del Capo dello Stato è un obiettivo identitario e irrinunciabile. Un obiettivo su cui la Lega in Parlamento si è a suo tempo sfilata, facendo mancare i propri voti alla proposta di legge presentata da Meloni alla Camera. D’altra parte, l’autonomia: irrinunciabile per Matteo Salvini che porterà al tavolo del centrodestra "un programma alla virgola" elaborato dai suoì governatori Attilio Fontana e Luca Zaia. Ma Fdi sul tema è a dir poco fredda. Eppure, la prospettiva di vittoria certa stempera anche gli animi più distanti e risoluti.

"Dopo l’elezione di Mattarella – svelava ieri un alto dirigente del Carroccio – non riuscivamo nemmeno a organizzare una riunione, il centrodestra non esisteva più: ora andiamo avanti spediti sul programma. Tra di noi c’è qualche differenza, magari abbiamo priorità diverse, ma siamo tutti convinti che daremo un progetto serio e credibile al Paese". "È il primo incontro che facciamo, c’è un buon clima – ha detto ieri Raffaele Fitto (FdI) entrando alla prima riunione di vertice –. Vogliamo lavorare positivamente e troveremo tutte le soluzioni per rendere credibile il programma di governo".

Anche il coordinatore azzurro, Antonio Tajani, ha messo l’accento sul grande valore simbolico di questo incontro: "Mentre la sinistra litiga e si divide noi e il centrodestra siamo già al lavoro, tutti insieme, per dare un progetto all’Italia del futuro, offrire risposte serie e credibili agli italiani". Matteo Salvini, intanto ha rilanciato i paletti della Lega: lavoro, tasse e sicurezza. In particolare, Flat tax al 15%, taglio dell’Iva sui beni di prima necessità e lotta all’immigrazione clandestina. Ma qualche dissapore si è notato anche sull’ipotesi di presentare una squadra dei ministri prima del voto, differenze che tuttavia si ritengono facilmente superabili nelle prossime settimane. Anche dalla riunione dei cosiddetti sherpa trapela un clima "ottimo di collaborazione" e "grande sintonia su autonomia, presidenzialismo, Flat tax e bollette". Detto questo, ovviamente la campagna elettorale ha le sue leggi: In particolare, sul tema dell’autonomia, il segretario leghista, morde il freno: "A ottobre – osservava ieri – sarà il quinto compleanno del voto di milioni di veneti e lombardi sull’Autonomia e nel tempo Pd e 5 Stelle ce l’hanno tirata in lunga. Porterò personalmente la proposta di autonomia in mano a Berlusconi e alla Meloni di cui sono sicuro arriveranno le firme, perché autonomia significa efficienza, responsabilità, modernità, sviluppo e territori. Si possono fare Flat tax e pace fiscale, e la burocrazia in meno con l’autonomia è garantita".

Salvini, insomma, ha fretta, fretta che insospettisce Fratelli d’Italia. Il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida, ricordava ieri che autonomia e presidenzialismo devono avere un percorso parallelo, ma i toni, in fondo, parevano concilianti. "Salvini – ha ribadito Lollobrigida – come noi ha già da tempo sposato il presidenzialismo come garanzia della sovranità popolare e di efficienza dello Stato. Identico processo che abbiamo fatto noi sull’autonomia, inteso come percorso parallelo con le stesse finalità. La Costituzione – ha sottolineato ancora – va riformata in senso organico e non con toppe a colori come ha fatto la sinistra. Nel centrodestra, in questi trent’anni, il confronto ha portato sintesi virtuose che a sinistra non si sono verificate a causa di ancoraggi ideologici che, se si vuole davvero modernizzare l’Italia, vanno accantonati".