Il centrodestra ora è in frantumi Meloni furiosa: alleanza da rifare

La presidente di Fratelli d’Italia accusa gli alleati di tradimento: "È mancato il coraggio". Venerdì gli azzurri si erano smarcati per trattare da soli: "Bisogna riflettere sul futuro"

Migration

di Elena G. Polidori

ROMA

Il suo è un requiem: "Il centrodestra non esiste più". Poi, però, piccata, dopo una riunione con i grandi elettori di Fratelli d’Italia, ai quali ha trasmesso lo "stupore" per quanto accaduto nelle ultime ore, proclama: "Il centrodestra va rifondato da capo. Per rispetto delle persone che si aspettano un cambiamento". Giorgia Meloni ieri era furibonda. Matteo Salvini, a distanza, per una volta in questi giorni le ha dato ragione: "Mentre noi siamo stati compatti – ha scandito il Capitano – altri sono andati in ordine sparso: vuol dire che una riflessione sull’alleanza andrà fatta. Io preferisco il gioco di squadra e non battitore libero". Ma per la leader di Fd’I c’è ormai ben poco da riflettere; l’asse sovranista è finito nella polvere e lei ieri lo ha scoperto dalle agenzie di stampa: "Salvini propone di pregare tutti Mattarella per il bis? Non ci credo" ha postato, stupefatta. Poi, travolta dagli eventi, ha vergato una nota durissima: "Fd’I non asseconderà questa scelta fatta per calcoli di opportunità, i partiti hanno scelto di tirare a campare barattando la presidenza della Repubblica per sette mesi di governo".

Per Giorgia, insomma, il centrodestra è morto. Quella "fuga in avanti" dell’altro giorno di Antonio Tajani, che si era smarcato dagli alleati nella trattativa finale sul bis a Mattarella, non era stato considerato un vero campanello d’allarme. Invece lo era eccome. Di lì l’arrabbiatura. Nel partito La Russa, Rampelli, Donzelli e altri hanno tentato inutilmente di indurla alla cautela, ma per lei la decisione era ormai presa: nessun voto a Mattarella, perchè "l’hanno posta come una candidatura della maggioranza di governo, lo hanno deciso loro...". Un "loro" che includeva ovviamente anche il Capitano. L’irritazione, la distanza, le incomprensioni e le goffaggini con cui è stata giocata questa partita hanno superato la soglia di guardia. Alla domanda su quali saranno gli effetti per il centrodestra La Russa è sbottato: "Centrodestra? Quale centrodestra?". E Salvini, quasi beffardo nel negare l’evidente debacle: "La Lega farà una proposta per rinnovare, rilanciare, ampliare il centrodestra, ha aggiunto. "Noi faremo una proposta a chi in Italia si sente liberale, conservatore, identitario, moderato ma non vive di nostalgia".

Ma intanto la realtà è quella di un centrodestra in frantumi e dentro il quartier generale di Fd’I riavvolgere il nastro di questi giorni è un po’ come guardare un film degli orrori, una sequela di insuccessi impressionante: la terna di nomi uscita martedì scorso e mai messa al voto – Marcello Pera, Letizia Moratti e Carlo Nordio – esposti e svaniti nel nulla. L’insistenza della Meloni per contarsi già dalla seconda e terza votazione rimbalzata contro il no degli alleati a Nordio (che anche all’ultimo voto è andato oltre il perimetro di Fd’I). "Neppure il segnale positivo su Crosetto li ha convinti. Anzi…". E ancora flop: il trucco dei quattro modi diversi di contare i nomi della Casellati che non ha scoraggiato i franchi tiratori, ma ancora ieri pomeriggio la leader di Fd’I credeva nella trazione sovranista: "Noi granitici e leali, anche la Lega tiene, altri no". E infine, quella brutta sorpresa finale, ovvero Salvini e Conte che hanno candidato Elisabetta Belloni, confidando nel via libera di Enrico Letta. Meloni lo ha scoperto a cose fatte e ha solo twittato contro la "latente misoginia italiana".

L’alba, poi, ha regalato il frutto più avvelenato, il via libera della Lega al Mattarella bis che ha mandato su tutte le furie l’intero partito meloniano. Diceva, ieri, un Guido Crosetto affranto: "Giorgia è l’unica che ha cercato di tenere in piedi il centrodestra. Prima si reggeva con lo scotch, adesso è in coma". In questo clima, Forza Italia ha rafforzato le proprie convinzioni sulla necessità di divincolarsi dall’abbraccio leghista. "Salvini ha compiuto un disastro e per seguirlo ne siamo usciti malissimo", ammetteva ieri un deputato azzurro. Per il futuro "è opportuno fare delle riflessioni". In mezzo c’è poi la pattuglia totiana, che è già all’opera per consolidare un’area moderata e liberale. "È il momento di ricostruire un’area politica sempre viva nella coscienza", sintetizza il deputato di Coraggio Italia, Osvaldo Napoli. Comunque vada, le cicatrici resteranno, l’unità sarà difficile ritrovarla.