Il centralinista Sgarbi: ti passo Berlusconi. "Pronto? Sono il candidato al Colle"

Il critico e deputato racconta le telefonate per convincere i peones: "Silvio li invita a pranzo, sono entusiasti"

Silvio Berlusconi (85 anni) abbraccia Vittorio Sgarbi (69). I due sono amici di lunga data

Silvio Berlusconi (85 anni) abbraccia Vittorio Sgarbi (69). I due sono amici di lunga data

"Pronto? Sono il giovane candidato di cui parla Sgarbi". Comincia così, col telemarketing, la strategia berlusconiana per fulminare i peones sulla via del Colle. Quattro chiacchiere al telefono, in simpatia. Poi, magari, l’invito a un incontro: a colazione o a pranzo. Infine, un’"assemblea del gruppo dei senza casa" per tirare le somme, "prima del 24 gennaio ovviamente". Quel giorno è in programma il primo scrutinio per l’elezione del Capo dello Stato, bisogna arrivarci pronti. Allo scopo, Vittorio Sgarbi, critico d’arte e parlamentare, lavora come "centralinista". Il centralinista di Arcore.

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Sgarbi, le ha chiesto Berlusconi di ’alzare la cornetta’?

"No, è stata una mia idea. Tutto nasce da un’intervista con cui invito Berlusconi a proporre il nome di Draghi per il Colle per convincere la sinistra a votarlo subito".

Il Cav non l’avrà presa bene.

"In effetti mi chiama e fa: “Allora tu non mi voti? Ma io, oltre a quelli del centrodestra, conto su 100 elettori”. “Ma chi sono?”, gli domando. “Non lo so”, risponde. E io: “Sei l’unico candidato che non conosce i suoi elettori, l’unico parlamentare che non è mai stato visto da nessuno, una figura mitologica".

È a questo punto che si accende la lampadina; Sgarbi s’immagina ambasciatore e "cominciano le presentazioni, un processo di conoscenza – puntualizza il critico –: normalizzare Berlusconi, il quale da figura lontana diventa un collega che parla con i colleghi".

Con quali colleghi è il caso di approfondire la conoscenza?

"Quelli che io chiamo i ‘senza casa’. Si può pescare nel Gruppo misto e tra gli ex grillini, che un tempo non mi salutavano perché mi ritenevano un nemico giurato, ma che una volta perso il riferimento di Grillo si sono avvicinati a me che sono il decano del Parlamento".

Qual è il canovaccio delle telefonate?

"Chiamo e dico: “Guarda, avrei un candidato, una persona amica che vorrebbe parlarti”. E gli passo Berlusconi".

E il Cav come si presenta?

"Con la Granato (senatrice del Misto, ndr) ha esordito dicendo di essere “il signor bunga bunga”. Ad altri ha detto “sono il candidato”, o “il giovane candidato di cui parla Sgarbi”".

E poi?

"Poi declina la sua visione dell’Europa, dice che immagina un’Unione con un esercito e una politica militare, e affronta il tema della Giustizia".

Quando arriva al punto, cioè al Quirinale?

"Mai, non ci sono richieste né proposte. C’è molta simpatia, la politica resta sullo sfondo".

Come evolve la conversazione?

"Berlusconi dice all’interlocutore: “Sei un deputato molto attivo, mi piacerebbe incontrarti”. E scatta l’invito a pranzo".

Insomma, il candidato si presenta.

"Sì, è una presentazione in vista di un incontro, perché a un certo punto, prima del 24 gennaio, si può organizzare una piccola assemblea. Come i vari gruppi parlamentari si riuniscono prima di un voto, così Berlusconi può convocare il gruppo dei senza casa".

Qualcuno si è irritato per le vostre chiamate?

"Macché, sono tutti entusiasti. Anche Nobili e Bonifazi (di Italia Viva, ndr), che pure dicono di attendere l’indicazione di Renzi per il voto sul Quirinale, si sono mostrati lunsingati. Gli altri, quasi tutti liberi e indipendenti, attendono il prossimo incontro".

Un trionfo.

"La reazione è entusiastica perché si tratta di persone colpite sul piano psicologico dall’interlocutore: è una bella emozione, alla fine mi ringraziano per averle fatte parlare con un personaggio che considerano leggendario".

In quanti vi lasciano sperare in una conversione?

"Su cinquanta telefonate posso dire che abbiamo raccolto tra i 12 e i 15 possibili elettori. Sono ancora pochi perché bisogna arrivare a 70, e devo ammettere che non è facile".