Venerdì 19 Aprile 2024

Il Cavaliere e la svolta green M5s e Pd si arrabbiano "Un milione di alberi è poco"

La rotta tracciata da Forza Italia: "Essere ambientalisti non significa fare i seguaci di Greta". I grillini incalzano: nel Pnrr sono previsti 330 milioni di euro per piantarne 6,6 milioni

di Giovanni Rossi

Il piantumatore Silvio Berlusconi sconvolge istituzioni, ecologisti e avversari. La promessa (al ribasso) di un milione di alberi in più – una volta vinte le elezioni – garantisce al promotore le velenose censure ambientaliste per vistosa impreparazione sul campo, ma al tempo stesso svela agli italiani la significativa svolta verde che lo scorso autunno era rimasta ai margini della comunicazione pubblica. E così una studiata prassi di attrazione tematica tipica di ogni campagna elettorale finisce per costringere gli avversari alla rincorsa mediatica e alla correzione per direttissima di grossolane approssimazioni.

Il Movimento 5 Stelle spedisce il leader di Forza Italia dietro la lavagna. "Nel Pnrr sono già previsti 330 milioni di euro di stanziamento per piantare un totale di 6,6 milioni di alberi per le 14 città metropolitane: 1.65 milioni entro fine anno e la parte restante entro dicembre 2024", dichiara Ilaria Fontana, sottosegretaria pentastellata al ministero per la Transizione ecologica. Berlusconi non ne era al corrente? Solo "una delle sue tante promesse da marinaio", commenta il dem Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna: "Silvio Berlusconi promette un milione di nuovi alberi piantati all’anno. Deve essersi ispirato all’Emilia-Romagna. Qui ne abbiamo già piantati 1.139.232 dal 2020 e arriveremo a 4,5 milioni entro fine mandato. Uno per abitante".

Eppure in campo botanico Berlusconi non è un neofita. Già dodici anni fa aveva preso innaffiatoio e vanghetto promettendo non uno, non dieci, ma addirittura cento milioni di nuovi alberi. L’universo ecologista ribolle al ricordo. Reteclima rievoca sul proprio sito che venerdì 19 marzo 2010, alla presentazione del libro L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio, il presidente del Consiglio aveva affermato che tra gli impegni dei candidati al centrodestra alla guida delle Regioni il verde pubblico era in primo piano: "Ogni candidato si impegnerà a fare la sua parte e tutti quanti insieme pianteremo 100 milioni di alberi", fu l’incauta piazzata. Allora esagerò in un senso, stavolta nell’altro. Scivoloni che fanno impazzire gli esperti. Perché c’è albero e albero. E perché la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano prevista alla Misura M2C4.3-Investimento 3.1 del Pnrr stabilisce il principio di utilizzare "l’albero giusto nel posto giusto" contribuendo a preservare e valorizzare la naturalità diffusa, la biodiversità (in linea con la Strategia europea per la biodiversità) e i processi ecologici".

"Siamo sempre stati ambientalisti, Berlusconi ama l’ambiente, Forza Italia è fortemente impegnata su questo fronte sapendo che bisogna conciliare la crescita, e quindi con una politica industriale e agricola e il sostegno alle piccole e medie imprese, con la lotta a cambiamento climatico e la tutela dell’ambiente", reagisce Antonio Tajani, numero due degli azzurri. Certo "essere ambientalisti non significa essere seguaci di Greta Thunberg", è la precisazione del tutto scontata, visto che nel 2019, a puntuale domanda sulla giovane attivista, il Cav, prima di bocciarla, virò su storie di viagra e svedesi disinibite. Ora 6.600 ettari di nuove foreste urbane con 6,6 milioni di nuove piante si stagliano all’orizzonte del centrodestra favorito dai sondaggi. Un ripasso arboreo è il minimo.