Quirinale: Berlusconi fa sul serio, partono le chiamate ai suoi

Il Cavaliere impegnato in prima persona per convincere il maggior numero di grandi elettori. Regali, quadri, promesse. "Alla quarta ce la faccio"

Il leader di Forza Italia ed ex presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, 85 anni

Il leader di Forza Italia ed ex presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, 85 anni

Si narra che Vittorio Sgarbi l’abbia messa giù piatta: "Non sono proprio dei capolavori". In effetti, i quadri con scorci veneziani inviati quest’anno ai parlamentari e ai leader di tutti i partiti da Silvio Berlusconi non sono tele da museo. Pare che vengano essenzialmente dalle aste televisive. Ma, si sa, quel che conta è il pensiero e "soprattutto la firma", chiosa un senatore forzista alludendo, s’intende, non al pittore ma al donatore. Quello dei quadri in occasione delle feste per il Cavaliere è un regalo abituale, stavolta però acquista un significato in più: da mesi il leader azzurro è in campagna ’quirinalizia’ e usa tutte le armi a disposizione, inclusa una capacità di seduzione che certo non gli manca. Corteggiamento serrato, senza perdere un compleanno o un onomastico, occasione d’oro per alzare la cornetta, onorare il festeggiato con autorevoli auguri, accattivarselo. Una certa valenza diplomatica ce l’ha probabilmente anche la telefonata a Mario Draghi, gesto di cortesia spontaneo ma anche teso a evitare la possibile contrapposizione descritta dal Manifesto come guerra dei nonni.

Non c’è solo la marcatura ad uomo. Con i cattolici l’offensiva è serrata, affidata ai fedelissimi interni a quel mondo, senza escludere iniziative ufficiali come l’interrogazione alla Commissione Ue con la richiesta di attivarsi contro le persecuzioni anti-cristiani in India e Myanmar. L’oggetto di corteggiamento più inatteso e perseguito con più tenacia sono gli ex nemici grillini. Sa che per molti di loro portare avanti la legislatura ancora per un anno è questione, se non di vita o di morte,di notevole importanza anche materiale. Malgrado il "tutti ma non lui" di Conte, conscio che i pentastellati poco amano Draghi, il Cavaliere concentra le sue blandizie su di loro. Una volta difende il reddito di cittadinanza, un’altra elogia le radici popolari di M5s, un’altra ancora include Di Maio tra i destinatari dei quadri veneziani. Sembra che la campagna, specie tra i più giovani, abbia un certo successo: per loro gli anni dell’antiberlusconismo sono lontani. E scommettono sul fatto che Silvio, più di altri, farebbe l’impossibile per tenere in vita il Parlamento che lo ha eletto.

Capita così che esponenti di 5s non risparmino battute con i colleghi della maggioranza che nascondono tentazioni meno giocose. "Forse la cosa migliore è votare Berlusconi in segreto, e poi diamo la colpa al Pd dicendo che sono stati loro". Magari è una celia anche la frequente abitudine di canticchiare "meno male che Silvio c’è".

Sulla carta al Cavaliere mancano pochi voti, il traguardo è a un passo: "Alla quarta ce la faccio", insiste con gli interlocutori. Sempre che l’esercito della destra resti compatto: nessuno ci scommette. Nemmeno lui, che non si è ancora candidato ufficialmente perché non intende rischiare di essere impallinato nel segreto dell’urna.

Per sciogliere la riserva ai primi di gennaio dovrà avere solide garanzie da Meloni, Salvini & co sulla tenuta dei rispettivi gruppi. Ma il candidato al 90% deve pure contare sulla solidità dei suoi azzurri. Ecco perché li contatta, chiede pareri: "Che ne dici se mi candido alla presidenza? Se salissi sul Colle secondo i sondaggi FI arriverebbe addirittura a due cifre". La risposta va oltre il consiglio: il tono, la convinzione, aiuta a capire quanto si possa contare su quel voto. Resta un ultimo nodo: convincere Enrico Letta ad accettare la sua eventuale elezione senza scatenare la crisi del governo. Missione complicata anche per Silvio. Se non ha accettato il suggerimento di farsi nominare grande elettore per la Lombardia, è per questo: "Non vorrei trovarmi a votare un altro".