Domenica 13 Ottobre 2024

Il caso Moni Ovadia a Ferrara: l'intellettuale ebreo che incolpa Israele

Moni Ovadia, direttore del teatro comunale di Ferrara, critica la politica israeliana sulla Striscia di Gaza. La sua posizione scatena un polverone di critiche, ma lui mantiene la linea e ribadisce che le sue opinioni sono espresse da uomo libero.

Sulla polveriera di Gaza si scatena anche il polverone dopo le dichiarazioni del direttore del teatro comunale di Ferrara, Moni Ovadia. Da sempre critico verso la politica dei governi israeliani, all’indomani dell’efferato attacco di Hamas ribadisce la sua linea: "Israele lascia marcire le cose, fingendo che il problema palestinese non esista, per cancellare la stessa idea che i palestinesi esistano e la comunità internazionale è complice". "Questa è la conseguenza di una politica di totale cecità, di occupazione e colonizzazione – ha proseguito Ovadia –. La Striscia di Gaza non è un territorio libero, è una gabbia: è vero che dentro non ci sono gli israeliani, ma loro controllano comunque i confini marittimi e aerei, l’accesso delle merci, l’energia, l’acqua. Non a caso l’Onu aveva già dichiarato Gaza zona “non abitabile“. La situazione è vessatoria, dirò di più: è infernale".

A tuonare contro Ovadia, chiedendone la rimozione dall’incarico (oltre all’associazione Ferrara Oltre e Italia viva), il senatore FdI Alberto Balboni: "Come ferrarese mi vergogno di aver accolto Ovadia al vertice dell’istituzione culturale più prestigiosa della città. Le sue parole sono un insulto alle vittime provocate dai terroristi di Hamas contro inermi cittadini israeliani e anche di altre nazionalità che vivevano pacificamente nelle loro case. È Hamas a essere il principale nemico del popolo palestinese, non Israele".

Proprio ieri, a infoltire il coro delle stigmatizzazioni, è arrivata la voce del presidente di Ferrara Arte, Vittorio Sgarbi. "Le istituzioni culturali ferraresi hanno il dovere di sostenere il diritto di Israele a esistere – tuona il sottosegretario alla Cultura –. Ogni altra considerazione umana e politica sui diritti dei palestinesi non può essere invocata. In un momento come questo richiamo Moni Ovadia, nel suo ruolo istituzionale, al contegno e all’umana pietà per le vittime innocenti, che sono posizioni necessarie e preliminari a qualunque riflessione politica". "Ciò che genera sconcerto – chiude Sgarbi – è il suo essere ebreo che gli dovrebbe imporre rispetto e pietà per il suo popolo". Ma Ovadia, interpellato dal nostro gironale, mantiene la linea e, anzi, spiega che "non c’entra nulla il mio incarico a teatro: le opinioni su Israele le esprimo da uomo libero".

Federico Di Bisceglie