Mercoledì 24 Aprile 2024

Il caso Maggio Fiorentino Elicottero e branzini, indagato il sovrintendente Le sue spese nel mirino

Dagli scontrini (per 800 euro) del fruttivendolo agli spostamenti in volo. L’austriaco Pereira accusato di peculato: "Fatti già noti, chiarirò tutto". Intanto il teatro di Firenze deve ripianare un buco di bilancio da 54 milioni di euro

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di Olga Mugnaini

Fra spostamenti in elicottero a suon di migliaia di euro e scontrini dal fruttivendolo da 800 euro e dalla pescheria per arselle e branzini pagati con la carta di credito del teatro, è arrivato l’avviso di garanzia per il sovrintendente del Maggio, Alexander Pereira. L’accusa è peculato: la procura ritiene che il Maggio sia un ente di diritto pubblico e quindi che l’illustre sovrintendente si sia impossessato di fondi dei contribuenti. La voragine nei conti del teatro fiorentino nasce da molto prima dell’arrivo dell’austriaco manager, giunto in riva all’Arno dalla Scala di Milano tre anni fa. Ma di certo Pereira non ha aiutato ad arginare il buco che ha raggiunto i 54 milioni di euro e che nessuno sa come ripianare. Così, tante di quelle spese, fra cui i pranzi e le cene con i cantanti della lirica, hanno messo ancora di più nell’occhio del ciclone i conti.

A Firenze erano già state aperte due inchieste (una della procura, l’altra della magistratura contabile) sull’uso delle carte di credito da parte del sovrintendente. Così come il ministero della cultura ha avviato da tempo una un’indagine. Poi, venerdì, la notifica della guardia di finanza dell’invito a comparire: "Ho ricevuto un’informazione di garanzia da parte della Procura di Firenze – ha spiegato Pereira al Consiglio di indirizzo – con la quale mi viene resa nota l’esistenza di un’indagine. Si tratta dei fatti già ampiamente noti. Ribadirò e chiarirò all’autorità giudiziaria quanto ho sempre sostenuto: che si tratta di spese tutte collegate e necessarie al mio mandato per il Maggio Musicale".

Ma intanto è polemica. La notizia arriva proprio nel giorno in cui il sindaco Dario Nardella, presidente della Fondazione, provava a mettere una pezza al bilancio sgangherato del teatro, che anche per il 2022 rischia di chiudere con altre perdite milionarie. Tutto ciò col fiato sul collo dei sindacati, che ben si ricordano delle promesse fatta da Nardella per scongiurare lo sciopero del 27 dicembre 2022 in occasione della prima del Don Carlo.

Lo spettacolo andò in scena, ma il “conto“ delle rivendicazioni sindacali era ancora da saldare. Nel pacchetto dei provvedimenti per tentare di salvare il Maggio dai debiti e dall’ira dei sindacati ci sono significativi tagli ai costi di produzione per due milioni e mezzo di euro, con una riformulazione del programma artistico che avrebbe voluto Pereira. Ci sono inoltre 700mila euro di nuove sponsorizzazioni, oltre alla conferma del milione per il contratto integrativo dei lavoratori. "Grazie alla manovra il budget 2023 è messo in totale sicurezza – afferma Nardella –, anzi con un significativo e inedito margine che permetterà di rispettare il piano di reintegro delle risorse prelevate dal fondo salva-debiti da 35 milioni". Già, perché una delle accuse dei sindacati a Pereira è di aver già iniziato a spendere i milioni dello Stato, non tanto per ripianare il buco ma per la spesa corrente. Infine, è stato nominato un comitato di controllo, per “impedire“ a Pereira di spendere oltre il dovuto. Ne fanno parte l’economista Alessandro Petretto; Alessandro Roberti, revisore dei conti di numerose società e Lorenzo Parrini, commercialista e advisor finanziario. I nuovi guardiani.