Mercoledì 24 Aprile 2024

Il cardinale imprenditore: "È vietato licenziare"

Bologna, l’indirizzo etico di Zuppi. L’arcidiocesi è titolare dell’azienda Faac: "I lavoratori devono avere delle garanzie, anche all’estero dove siamo operativi"

Matteo Zuppi, cardinale dal 2019

Matteo Zuppi, cardinale dal 2019

Bologna, 12 marzo 2022 - Vi è una testimonianza che rende unico il cardinale Matteo Zuppi, ed è quella di imbastire un mondo del lavoro che sia regolato sulla persona, e non viceversa. Come arcivescovo di Bologna è il proprietario della Faac, una multinazionale che si occupa di cancelli automatici e nel ruolo di ‘titolare’ ha dato poche ma chiare indicazioni al consiglio di amministrazione dell’azienda: guai a licenziare, oltre a un invito ad adottare iniziative per agevolare il rapporto con i figli di quei genitori che lavorano in azienda. "Non abbiano nessuna ambizione di fare gli amministratori delegati – ha spiegato Zuppi alla rivista online ‘Cantiere Bologna’ –, ma possiamo dare indicazioni. La Faac non è solo in Italia, ma ha molte sedi all’estero, anche in Paesi poveri come la Bulgaria o il Brasile, dove non ci sono tante garanzie per i lavoratori. Per questo cerchiamo di far sì che anche lì i dipendenti abbiano tutte le tutele. La nostra indicazione, quindi, è quella di non licenziare, o comunque cercare di fare tutto il possibile perché non avvenga". Ogni lavoratore, poi, gode di una polizza sanitaria aggiuntiva, mentre i figli dei 500 dipendenti assunti in Italia possono usufruire di un campo estivo gratuito.

Il modello sembra funzionare con il fatturato che è praticamente raddoppiato dal 2012, anno in cui la Curia ha ereditato la multinazionale da Michelangelo Manini, al 2020. Zuppi ha sposato un motto che gli consente di far conciliare la Chiesa che papa Francesco vuole povera con gli utili che arrivano dalla proprietà della Faac. L’arcivescovo non si stanca mai di ripetere che le scarpe nuove sono per i poveri e fino quando ci sarà qualcuno che è scalzo, la Chiesa non può permettersi di cambiare le sue calzature, anche se sono rotte. "Questi proventi (quelli che arrivano dalla Faac; ndr) vanno tutti in carità – ha ribadito il cardinale – e ci permettono di dare tante risposte. Per noi questa è una grande libertà, che ci mette al riparo da chi può pensare che questi soldi servano per le nostre speculazioni. Dobbiamo ringraziare il cardinale Carlo Caffarra per questo: come mio predecessore, fece un grande lavoro".

A seconda delle situazioni i dividendi della Faac sono utilizzati per rispondere a una emergenza o per dare una prospettiva. Nel 2020, un milione di euro venne destinato ai bolognesi che erano in difficoltà dovendo fare i conti con i primi mesi della pandemia. Nel 2021, invece, tra le tante iniziative, è stato creato un fondo a sostegno di tutte quelle piccole aziende che rinunciavano a licenziare il proprio personale. Prima della pandemia, la Curia aveva anche sviluppato con il Comune di Bologna un progetto ad hoc per combattere la disoccupazione, dal nome ‘Insieme per il lavoro’ . L’iniziativa, tuttora in vigore, ha come obiettivo quello di far reinserire nel mondo del lavoro chi ha perso la propria occupazione.