Martedì 23 Aprile 2024

Il carabiniere: "Era lì a fissarmi, ho pianto"

Il luogotenente Ciccarelli ha recuperato Nicola nella scarpata. "All’inizio l’ho chiamato ma non rispondeva. Poi un’emozione infinita"

Migration

di Stefano Vetusti

(Firenze)

Sono gli ultimi passi in salita sul pendio, ripido, prima della strada. Il carabiniere ha il piccolo Nicola in braccio, ansima per la fatica. "Chi mi dà una mano?... Dai, l’ultimo strappo...". Mentre fa l’estremo sforzo, si piega sul bambino e gli dà un bacio sulla fronte. Ci siamo. C’è l’auto dei carabinieri, c’è il giornalista della Rai, Giuseppe Di Tommaso, che per primo ha sentito la voce di Nicola e ha chiamato i carabinieri che passavano poco distante.

Il piccolo viene messo all’interno dell’auto dei militari. "Stanno arrivando mamma e papà, eh?" gli sussurra ancora il carabiniere, per rassicurarlo dopo un incubo durato oltre trenta ore, quasi due intere notti nella boscaglia. Nicola è vivo, è salvo, al sicuro. Un miracolo, diranno in tanti.

Il carabiniere si chiama Danilo Ciccarelli, originario di Monte Urano, nel Fermano. È il comandante della stazione di Scarperia. È lui che si è calato per circa 25 metri nella scarpata dove è stato ritrovato Nicola, a circa tre chilometri dalla casa da cui si era allontanato nella notte tra lunedì e martedì. Babbo e mamma lo avevano messo a letto ma lui, non è ancora chiaro come, è riuscito a uscire e si è allontanato, da solo.

Un bambino forte dirà il babbo, forse con un certo orgoglio liberatorio dopo l’angoscia infinita delle ore precedenti. Ma non ha ancora due anni. Il carabiniere lo tiene stretto al petto con le mani grandi e forti che spiccano ancor di più al cospetto di quelle di Nicola. "Appena l’ho visto mi si è lanciato con le mani al collo... Che emozione. Mi ha detto mamma...". Un attimo di pausa, sorride. "È stata una gioia bellissima, mi sono commosso quando ho visto il faccino di quel bambino, con quegli occhioni belli, sgranati. Ho pianto per la commozione".

Chissà, forse avremmo voluto esserci un po’ tutti al posto di questo carabiniere di provincia che ora si ritrova tutta l’Italia ad applaudirlo e abbracciarlo. Il bambino ora è nell’auto, Ciccarelli si china, lo prende in collo: "Nicola vieni con me allora eh? Mamma e papà stanno arrivando, andiamo da loro...".

Si rimette il berretto dell’Arma e si incammina sulla strada con il piccolo in braccio, il passo fiero del carabiniere che ha salvato una vita. "Un’altra gioia bellissima – dira più tardi – è stata quando ho consegnato Nicola nelle braccia della mamma. Oggi sono davvero felice".

"Intorno alle nove stavo scendendo dal centro di coordinamento delle ricerche quando siamo stati fermati da un giornalista della Rai – racconterà ancora davanti ai cronisti – . Ci ha detto di aver sentito un lamento provenire da un burrone. A me sembrava quello di un animale, un capriolo, un daino forse... Abbiamo deciso di verificare, anche se in quel punto il terreno era molto scosceso. Mentre scendevo lungo la scarpata ho chiamato più volte Nicola, ma il bambino non rispondeva. Arrivato alla fine del burrone ho visto il bimbo, in piedi che mi fissava...".

Il bambino è stato ritrovato vicino alla frazione di Quadalto, a circa tre chilometri dalla sua casa nella valle della Campanara. Riconsegnato alla mamma, è stato poi trasferito all’ospedale Meyer di Firenze dove ha trascorso la notte. Sta bene. Al carabiniere e al giornalista che lo hanno salvato il governatore della Toscana Eugenio Giani consegnerà oggi il Pegaso, la statuetta simbolo della Toscana e massimo riconoscimento regionale. Il Pegaso andrà anche al sindaco di Palazzuolo sul Senio, Gian Piero Philip Moschetti, simbolo di una intera comunità che si è prodigata per cercare il piccolo Nicola.