Il capo dei vescovi a Kiev Prime prove di dialogo su bambini e prigionieri Prossimo obiettivo Mosca

Zuppi a Bucha e vede i leader religiosi: "Qui per ascoltare". Oggi potrebbe incontrare Zelensky. L’inviato di Bergoglio vuole andare anche da Putin. Ma il Cremlino frena: non è previsto.

di Alessandro Farruggia

Sull’orlo della progressiva controffensiva ucraina, che aprirà una nuova cruenta pagina della guerra, è iniziata la missione di pace del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Bologna, ma anche fine negoziatore ai tempi della trattativa di pace per il Mozambico condotta con successo con la Comunità di Sant’Egidio.

Zuppi da ieri e per tutt’oggi è a Kiev, dove è stato in visita a Bucha, incontrerà famiglie che hanno i padri in guerra, vedrà il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba e, pare, oggi il presidente Voldymyr Zelensky. Dopodiché presumibilmente tornerà a Roma, si consulterà con il Papa e quindi a stretto giro volerà a Mosca dove potrebbe tra gli altri incontrare il patriarca Kirill, ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e Vladimir Putin. "Il presidente russo al momento non ha in agenda un incontro con l’inviato del Papa – ha detto ieri il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov –. Non ci sono piani al momento. Se ci saranno, vi faremo sapere". Non pare una chiusura, anche perché la mediazione del Vaticano è ben vista al Cremlino. Ma, fanno sapere dal Vaticano, Zuppi è intenzionato ad andare a Mosca anche se non dovesse incontrare Putin.

L’obiettivo è ascoltare e creare un dialogo, che possa portare a un concreto risultato sul piano umanitario: la restituzione della Russia di molti dei 16mila minorenni (se non tutti) portati via dall’Ucraina e affidati a famiglie russe. Questo, insieme con gli scambi dei prigionieri, creerebbe un clima positivo per un successivo eventuale passo: l’apertura di un tavolo negoziale. "Prima di tutto – osserva Il nunzio apostolico a Kiev, l’arcivescovo lituano Visvaldas Kulbokas – Sua Eminenza ascolterà. Tutto il resto sarà da valutare: spetterà a lui decidere col Santo Padre, successivamente. Ci sarà tutta una serie di incontri, ma sarebbe sbagliato menzionare adesso quali, perché è più una missione di lavoro. Poi si valuterà successivamente su che cosa porre gli accenti". I tempi non solo brevi. "Consideriamo la visita un’altra opportunità per il Vaticano di vedere da vicino la realtà della guerra di aggressione russa e avere informazioni sulla formula di pace in 10 punti di Zelensky", commenta il Ministero degli Esteri di Kiev.

Se questo è il quadro della missione del cardinale Zuppi, sta avvicinandosi l’ora della controffensiva ucraina, che lo Stato maggiore russo ha dato per iniziata l’altroieri e già abortita con 250 vittime tra gli ucraini sebbene per Kiev sia ancora da venire. Gli ucraini, certo, hanno iniziato una serie di ricognizioni in forze. Due le direttrici sulle quali sono più attivi. Una nella zona di Bakhmut. L’altra a sud, tra Velyka Novosilka e Zolota Niva, dove su tre direttrici puntano su Novodarivka-Rivnopil, Neskuchne e Novodonetske. Ieri pomeriggio gli ucraini avrebbero preso questa ultima località, sfoggiando per la prima volta in battaglia sei tank Leopard 2. Ma l’avanzata è limitata a un paio di chilometri al massimo e ha una valenza tattica: diventerebbe strategica solo se le linee russe collassassero. "L’Ucraina – ha detto il viceministro della Difesa ucraina, Hanna Maltiar – sta conducendo azioni offensive e Bakhmut resta l’epicentro. Stiamo avanzando su un fronte abbastanza ampio". Non è ancora l’offensiva attesa, ma ricognizioni in forze che saggiano le difese russe e impegnano risorse del nemico. Per poi probabilmente colpire con forza altrove.