Il Capitano cerca il contropiede per recuperare

Pierfrancesco

De Robertis

Giorgia Meloni veleggia nei sondaggi e Matteo Salvini comprende che per evitare di scendere ulteriormente di quota deve cambiare schema. Smettere di marcare a uomo la Meloni, ha troppo vento in poppa. Ma battere sentieri propri, in cerca di mondi che nel centrodestra esistono ma che la svolta draghiana della leader di FdI lascia un po’ scoperti. Ecco spiegato il motivo di tanta insistenza sulle sanzioni alla Russia, ecco perché il Capitano sbandiera l’arma del debito da contrarre per far fronte all’emergenza economica. Armi della disperazione? No, più proisacamente armi politiche, meglio, tattiche politiche messe in atto perché giudicate al momento le uniche a far risalire la china. Salvini sa che gli elettorati sono molto contigui, e che molto del 2324 per cento di Giorgia solo un anno fa era roba sua.

Che per esempio esista in Italia, e nel centrodestra in particolare, un’area di consenso non del tutto ostile alla Russia l’hanno capito tutti. Quando si trattò di votare l’ultimo invio di armi all’Ucraina furono effettuati anche alcuni sondaggi, dai quali venne fuori che tra il 35 e il 40 degli italiani non era favorevole al sostegno militare a Kiev. Molti di quelli erano (e sono) nel centrodestra. Le dichiarazioni di Salvini rilasciate in questi giorni sulle sanzioni vanno a pescare in quel bacino. Specie adesso che le conseguenze delle sanzioni vanno a scaricarsi sulle bollette degli italiani e delle imprese.

Stesso schema con il debito. La Meloni "draghiana", ansiosa di fornire assicurazioni a Bruxelles ha escluso qualsiasi intervento che scopra ancora di più i conti. Il Capitano è andato in contropiede. "Servono subito 30 miliardi cash, anche a debito". Anche qui la speranza è che coprendo gli spazi lasciati liberi da Giorgia qualche punto si riesca a raggranellare. Anche perché alla fine potrebbero essere due punti in più o in meno a fare (per lui) la differenza. A 1314 pareggia, a 1516 esulta, a 1011 retrocede.