di Antonella Coppari Alla fine lo scontro sulle spese militari si è evitato per un pelo. Ma la tensione tra M5s e governo resta alta, come pure tra il partito di Conte e quello di Letta, promessi sposi per le prossime elezioni. Senatore Marcucci, quanto pesano i rapporti non idilliaci tra Conte e Draghi sulle fibrillazioni di questi giorni? "Si percepisce che non c’è grande simpatia tra loro – risponde l’ex capogruppo del Pd a a Palazzo Madama – ma su temi tanto delicati, quando si ricoprono ruoli importanti, credo che si possa riuscire ad andare oltre i sentimenti personali". C’è chi sospetta che gli attriti siano dovuti alla tentazione di andare al voto in settembre. "Gli attriti ci sono, ma non voglio pensare che ci sia qualcuno tanto sconsiderato da puntare ad una crisi a settembre, quando bisogna approvare una importantissima legge di bilancio e i decreti per attuare il Pnrr". Per dirla più esplicitamente: ritiene che Conte voglia andare al voto a settembre o che Draghi miri ad abbandonare Palazzo Chigi? "Non credo proprio che questo sia lo schema di Draghi, e non posso nemmeno immaginare che questo sia il disegno di Conte. Significherebbe fare un enorme danno al paese. Il capo dei cinquestelle fa certe operazioni per crescere nei consensi in un momento di forte difficoltà per M5s. Ma deve rendersi conto che la politica spregiudicata ha dei limiti che una crisi oltrepasserebbe: chi la dovesse aprire, ne dovrebbe poi rispondere". Conte rinfaccia al Pd di trattare i grillini come vassalli. "Non mi sembra. M5s ha posizioni di primo piano al governo. Poi il Pd, grazie anche a Letta, si è ritagliato un ruolo non secondario: sta a Conte trovarne uno per il suo Movimento, senza sfasciare tutto". È ciò che sta facendo rivolgendosi alla parte di popolazione non putiniana ma pacifistasenza rappresentanza. "Non solo la ...
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