Martedì 23 Aprile 2024

Il campionato più brutto del mondo

Giorgio

Comaschi

E stasera fine dell’incubo. Così almeno è sembrato, questo campionato monco, frantumato, dalle esultanze cancellate, giocato in un interesse generale ridotto della metà e per giunta in un acquario di pesci, in cui si udivano solo urlati e grugniti senza senso degli addetti ai lavori. Il campionato più brutto del mondo. Sì, forse sì. Il campionato di cui si ha l’impressione nessuno avesse voglia, a parte la televisione. Il campionato del culin brek per far sentire i telecronisti dei ’fighi’ a usare un termine dal suono comico, quando bastava semplicemente dire "pausa rinfrescante". No. Invece: Cooling break. Come fossimo a Manchester o chissà dove, ma non qua in Italia. Il campionato del Clean sheet per indicare una squadra che non ha preso gol. Si chiamava una volta, quando eravamo italiani, "porta inviolata". Brutto? Evidentemente sì. Il campionato delle regole demenziali inventate da menti sublimi, con squadre che perdono partite, preparate in settimana con massima cura, per un pallone che sbatte su un braccio di un povero giocatore il quale, non essendo un omino del calciobalilla, non avrebbe gioito all’unica alternativa, cioè l’amputazione delle braccia. Partite perse così, per colpa di un senso di Playstation, che qualcuno aveva in testa. Partite non vinte a causa di calciatori in fuorigioco di un pelo del naso, con quella linea tracciata dalla tecnologia, che era più grande della testa del giocatore. Quindi indecifrabile. Gente in fuorigioco che non era in fuorigioco, falli da rigore che non erano falli. Regole da fantascienza per far sì, non si trova altra spiegazione logica, che la gente si disamorasse del calcio e di tutto il suo baraccone. Per non parlare della comicità delle squadre che entravano distanziate, si salutavano col gomito e poi si avvinghiavano in partita come piovre (e i bambini a casa da scuola). Ma stasera è finita. Possiamo risvegliarci. La sensazione è di aver mangiato pesantissimo.