Il calvario infinito di Zaki Passerà altri 45 giorni in cella

Lo riferisce l’ong egiziana con la quale collaborava. Lo studente è in galera. da ormai tredici mesi

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Nuova doccia fredda per Patrick Zaki. La sezione per l’antiterrorismo del tribunale del Cairo ha rinnovato per altri 45 giorni la detenzione cautelare dello studente egiziano dell’Università di Bologna, in carcere in Egitto dal 7 febbraio 2020. A riferirlo è l’Eipr, l’ong egiziana con la quale Zaki collaborava.

Nonostante il prolungamento della custodia cautelare nel carcere di Tora, Patrick ha esortato la madre, che ha fatto visita al figlio in cella, a sperare in una sua prossima liberazione, sebbene sia sempre più difficile essere ottimisti. Così affermano gli attivisti del gruppo su Facebook ’Patrick Libero’.

In questi ultimi mesi si sono susseguite le udienze in cui ogni volta è stata rinnovata per 15 o 45 giorni la detenzione preventiva, nonostante i numerosi appelli e iniziative del governo. Lo scorso 22 novembre l’ambasciatore italiano al Cairo Giampaolo Cantini aveva manifestato al ministero degli Esteri egiziano la forte preoccupazione per l’inasprimento della repressione nei confronti della società civile e per la situazione dei diritti umani in Egitto, ribadendo la richiesta di un pronto rilascio dello studente.

"Nessun barlume di umanità dall’Egitto", ha commentato Erasmo Palazzotto, deputato di Leu e presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. "Il regime egiziano continua senza vergogna il suo accanimento crudele e ingiustificato", ha sostenuto il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.

Nel parlare di accanimento giudiziario ed evocando una possibilità prevista della normativa egiziana, Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ha definito "evidente che i giudici vogliono far passare a Patrick un altro anno di carcere": "Dobbiamo fare quanto è possibile per evitare che questo scenario", ha esortato.