Giovedì 18 Aprile 2024

Il buon esempio è l’eredità dei grandi padri

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Massimo

Donelli

Qual è l’eredità più grande che un padre può lasciare ai figli? L’esempio, non ci sono dubbi. E se ancora qualcuno ne avesse avuti, quest’estate, così avara di pioggia e così bagnata di lacrime, li ha spazzati via. Le morti di Leonardo Del Vecchio (1935-2022), re degli occhiali (27 giugno), Piero Angela (1928-2022), maestro di televisione (13 agosto) e, infine, Alberto Balocco (1966-2022), industriale dolciario (27 agosto), hanno sollevato, infatti, una gigantesca onda emotiva in cui dolore, amore e, appunto, esempio si sono intrecciati nell’ultimo saluto rivolto loro dai figli, affranti e, nello stesso tempo, orgogliosi.

Alberto Angela, il sessantenne secondogenito di Piero, pur allenatissimo nel parlare a braccio, per vincere l’emozione ha dovuto appoggiarsi a un testo scritto: "L’ultimo insegnamento l’ha dato non con le parole, ma con l’esempio: mi ha insegnato in questi ultimi giorni a non avere paura della morte".

In lacrime, Claudio Del Vecchio, 65 anni, ha raccontato così l’addio a papà Leonardo: "Mio padre si emozionava solo quando parlava dei suoi operai. Fino alla fine. Quando sono stato a trovarlo per l’ultima volta in ospedale, l’ho trovato nervoso. Salutandolo, gli ho detto che andavo ad Agordo, per tornare alla fabbrica che, causa Covid, non vedevo da tempo. In quel momento il suo viso si è illuminato, ha fatto un gran sorriso e mi ha detto: “La fabbrica… È così bella adesso…“".

Lunedì, Diletta Balocco, 25 anni, ai funerali di papà Alberto ha travolto tutti con un testo intitolato "Fortuna", parola che solitamente stride con morte. Non questa volta: "Abbiamo avuto la fortuna di essere parte della tua esistenza e di averti avuto come padre, fratello, collega: la persona migliore che potessimo incontrare. La fortuna è il sentimento che proviamo adesso, nonostante tutto. Resti il nostro motore. Ci hai dato tutto e sei il nostro orgoglio. Tocca a noi, ora, dimostrarti che possiamo fare tutto quello che ci hai insegnato (…) È proprio difficile ricordarti senza quel tuo sorriso. Il sorriso che ha fatto innamorare la nostra mamma e dopo di lei noi figli. Grazie per tutte le volte che ce lo hai rivolto. Per noi era carburante. E ci porterà lontano, te lo promettiamo (…) Hai regalato un’infinità di ricordi, ci hai raccontato migliaia di volte le tue storie, anche a costo di essere preso in giro perché ormai le sappiamo a memoria. Ora tutto questo è indelebile: ovunque guardiamo, vediamo te e ti vedremo sempre".

Parole stupende. Che rimandano a Sant’Agostino. Cui spetta, di diritto, la chiusa: "Coloro che ci hanno lasciati non sono degli assenti, sono solo degli invisibili: tengono i loro occhi pieni di gloria puntati nei nostri pieni di lacrime".