Venerdì 19 Aprile 2024

Il boato, il fumo nero, il panico Inferno di fuoco nel palazzo Un morto e diciassette feriti

Le fiamme avvolgono sette piani di un edificio in ristrutturazione, i condomini fuggono in strada. A innescare il rogo potrebbe essere stata un’auto a gas. La vittima aveva 80 anni, 100 sfollati.

di Nino Femiani

Tre esplosioni, poi l’inferno. Divampa l’incendio in largo Nino Franchellucci, all’incrocio con via Eduardo D’Onofrio, a Colli Aniene, area periferica di Roma dalle parti della Tiburtina, in un palazzo in ristrutturazione con il Superbonus 110%. È tragico il primo bilancio: un ottantenne morto, soffocato dal fumo mentre scendeva le scale, diciassette ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio e al Policlinico Umberto I: tre di essi, ustionati, in gravi condizioni, tre con ferite e undici intossicati per il fumo nero. Oltre 100 gli sfollati ospitati in due palestre, edificio per il momento inagibile, controlli su altri due adiacenti. La vittima si chiamava Antonio Amato. Il decesso sarebbe dovuto al fumo inalato, anche se il cadavere presentava diverse ustioni che hanno reso difficile l’identificazione.

La tragedia ha inizio poco prima delle 14, quando gli abitanti del palazzo di otto piani, dislocato su tre scale, sentono delle esplosioni. In pochi attimi le fiamme avvolgono sette degli otto piani del palazzone grigio imprigionato dalle impalcature da alcuni mesi. È il panico, c’è chi – ai piani più bassi – cerca di scappare in strada in canottiera e chi – ai piani alti – cerca scampo sulla terrazza per trovare una via di fuga sui tetti. Ecco il drammatico racconto di quei minuti concitati che, solo per il rapido intervento dei soccorritori, non si trasforma nella fotocopia della "Grenfell Tower" a Londra del giugno 2027 in cui morì anche una giovane coppia italiana. "Alcuni inquilini sono andati di sopra, passando dall’altra scala. Ma è successo che anche sopra stanno da molte settimane facendo dei lavori, hanno fatto le incastellature, per cui hanno dovuto chiudere la porta di accesso da alcune scale alla terrazza. Quindi, quelli che correvano di sopra si sono trovati la strada bloccata, e hanno cercato di ridiscendere, ma i piani erano già invasi da fumo nero e fiamme. Sono finiti intrappolati, un incubo".

Qualcuno cerca di spegnere l’incendio con gli idranti presenti nel palazzo o con alcuni estintori domestici. "Abbiamo cercato di attaccare i manicotti dell’acqua per spegnere le fiamme che erano al primo piano – racconta uno dei residenti –. Ma è stato impossibile, non combaciavano e poi erano scoppiati dei condizionatori, il gas aveva preso fuoco e stava infiammando le serrande. Con gli idranti sotto i garage abbiamo cercato di spegnere il primo piano, ma abbiamo potuto fare ben poco, poi per fortuna sono arrivati i vigili del fuoco".

È probabile (ma la perizia tecnica richiederà diversi giorni) che il rogo sia scaturito da un’automobile a gpl che si trovava parcheggiata a piano terra. Alessandro Paola, il comandante dei vigili del fuoco di Roma, intervenuto a domare le fiamme con sei squadre, non si sbilancia: "Stiamo facendo delle verifiche per vedere se ci fosse ancora qualcuno all’interno e successivamente faremo un controllo accurato su tutti gli appartamenti. E solo al termine di queste operazioni potremo dire se sarà possibile rientrare nelle abitazioni".

Quanto alle cause, il comandante Paola ribadisce la sua prudenza: "Al momento non è ancora possibile stabilire da dove sia partito l’incendio, perciò non possiamo escludere né confermare che sia stato causato da un’auto a gas parcheggiata". Né che il rogo sia doloso, procurato da qualcuno per una vendetta o per una richiesta di pizzo.

"Abbiamo sentito diverse esplosioni e siamo scesi di corsa in strada, siamo in pantofole, eravamo a pranzo, davanti a noi una scena apocalittica, vista solo in televisione" riferiscono alcuni residenti del palazzo adiacente. "Un boato e ci siamo affacciate, davanti a noi si levava una colonna di fumo – aggiungono le ragazze che lavorano nel bar che sta giusto di fronte al palazzo di largo Nino Franchellucci –. Poco dopo abbiamo visto anche le fiamme. Poi è stato l’inferno, non abbiamo capito più niente".

È probabile che l’incendio sia stato alimentato da un effetto a catena. Le fiamme, infatti, avrebbero procurato l’esplosione di alcune bombole di acetilene presenti nel cantiere, che a loro volta avrebbero coinvolto anche l’impalcatura del palazzo e un telo blu, aperto al secondo piano dello stabile, alimentando il grande rogo con la nuvola di fumo visibile dall’autostrada A24 che collega Roma a Teramo.