Giovedì 25 Aprile 2024

Il blog non sfonda e Trump si scopre poco social

L’ex presidente Usa radiato da Facebook e Twitter, dove aveva milioni di seguaci, ha aperto un sito personale. E ha appena 200mila follower

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di Giampaolo Pioli

Aveva 88 milioni di follower su Twitter, 33 milioni su Facebook, 24 milioni su Instagram e oltre 3 milioni di visitatori per ogni video su Youtube fino a quando non è stato bandito dai maggiori social media per le sue bugie sul risultato delle elezioni e le istigazioni all’assalto del Congresso. Oggi Donald Trump sta tenendo ancora il partito repubblicano sotto il pugno di ferro, ma nel web, che è stato la sua vera forza inscalfibile per 4 anni, non sembra esistere più. Si è ammutolito.

Il nuovo sito dell’ex presidente che ha per titolo ’From the desk of Donald J. Trump’ ha soltanto 213.000 contatti. Praticamente è quasi irrilevante e solo il 22 % dei suoi fan sa che esiste. L’espulsione ieri di Liz Cheney dal terzo posto nella gerarchia dei deputati repubblicani alla Camera va indicata come uno dei suoi ultimi successi dopo l’assalto al Congresso, ma potrebbe fermarsi qui. Il blog da Mar a Lago che l’ex presidente ha aperto e col quale ha attaccato la Cheney e appoggiato il suo successore, si sta rivelando un inaspettato e colossale fiasco. Molti dei fan non sanno nemmeno di cosa si tratta.

La grancassa di Trump oggi è rappresentata solo dalle piattaforme dell’estrema destra e dalla Fox News diventata la vera ed esclusiva piattaforma-tv dei repubblicani.

Ma se molti si sono accodati nel voto contro la Cheney che si sta battendo "contro la grande bugia di un ex presidente che rappresenta una minaccia per la democrazia", almeno 130 repubblicani attuali deputati governatori o ex leader dell’elefante, hanno scritto ai reggenti trumpiani del partito per avvertirli che se non si staccheranno dall’influenza e dalle pressioni esercitate su di loro da Trump in persona, loro potrebbero formare una terza e nuova forza politica creando una vera scissione forse guidata dalla stessa Cheney.

Dopo il voto contro la figlia dell’ex vice-presidente di George Bush, Joe Biden ha parlato di minirivoluzione tra i repubblicani. L’attuale Casa Bianca però non rinuncia alla ricerca di una soluzione bipartisan sul piano di 4.000 miliardi di dollari per le infrastrutture e le famiglie che il 63% degli americani vede positivamente.

Il silenzio di Trump, a parte qualche comunicato al veleno lanciato dal suo ’desk’ sta diventando assordante. Senza il moltiplicatore dei social e di Twitter e con i grandi media Usa che gli dedicano poco spazio e si concentrano sulle sue prossime scadenze giudiziare, Donald Trump potrebbe implodere nel giro di qualche mese.

L’ex presidente teme di perdere l’impatto con i suoi fan e rischia di non mantenere la presa sul resto del Congresso. I leader repubblicani che oggi pubblicamente lo considerano indispensabile nel garantire la compattezza del partito in verità vorrebbero il contrario. Non trovarselo tra i piedi nella scelta dei candidati per le elezioni di medio termine del 2022.