Il blocco del gas russo fa paura "La recessione sarebbe inevitabile"

L’allarme di Messina, ad di Intesa Sanpaolo. La Commissione Ue taglia le stime del Pil: dal 4,1% al 2,4%

La crisi del gas e il rischio di un embargo continua a pesare sull’economia europea, ma forse il peggio è passato. Ne è convinto Davide Tabarelli, di Nomisma Energia, secondo cui è improbabile che il prezzo del gas superi di nuovo i 100 euro a megawattora (ieri si è attestato poco sopra i 92 euro). E se anche il Cremlino dovesse imporre un blocco alle forniture per colpire l’Europa, scatterebbe subito il prezzo amministrato, come è già trapelato dalle indiscrezioni sul piano RePowerEU, che la Commissione presenterà domani. Bruxelles sta anche cercando una soluzione per consentire alle aziende europee di procedere ai pagamenti delle forniture di gas russo senza violare le sanzioni. Il divieto di pagare in rubli resta, ma le società, una volta versata la somma in euro o in dollari, con una dichiarazione pubblica potranno considerare rispettati i loro obblighi contrattuali con Mosca. A quel punto, la conversione in rubli è un passaggio che riguarderà solo la Russia. La Commissione non rinuncia quindi alla posizione di principio, come ha confermato ieri lo stesso vicepresidente Frans Timmermans, secondo cui "il pagamento del gas in rubli comporta una violazione delle sanzioni. Aprire conti bancari in euro non è una violazione, ma può essere usato per aggirare le sanzioni. Dobbiamo assicurarci che ciò non avvenga e abbiamo dato delle istruzioni a Stati e aziende". Il decreto di fine marzo di Putin indica che per considerare risolti gli obblighi contrattuali dell’acquirente occorre la conversione della valuta in rubli attraverso il conto aperto appositamente dalla società, cosa che molte società Ue hanno fatto in queste settimane per prepararsi alla nuova formula. L’Eni ha confermato che sta valutando l’avvio di questa procedura, ma in realtà aspetta indicazioni precise da parte del governo. D’altra parte, è convinzione diffusa che il blocco totale al gas russo, per qualsiasi motivo intervenga, spingerebbe l’Europa verso la recessione. Lo ha ribadito ieri anche il numero uno di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina: uno stop alle importazioni del gas russo significherebbe "andare verso una recessione certa, a una perdita posti di lavoro significativi". Intanto la Commissione Ue rivede le stime del Pil italiano, che nel 2022 dovrebbe crescere solo del 2,4%, un dato molto inferiore al 4,1% delle attese.