Mercoledì 24 Aprile 2024

Il ‘bambino nella scatola’ ha finalmente un nome Fu ucciso nel ’57, ora si indaga sull’assassino

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PHILADELPHIA

Si chiamava Augustus Zarelli (foto) il bimbo di quattro anni trovato nel febbraio del 1957, avvolto in una coperta e chiuso in uno scatolone di cartone, abbandonato in un bosco alla periferia di Philadelphia. Dopo 65 anni, grazie a una sofisticata analisi del Dna, la polizia ha dato un nome a quello che da allora veniva indicato come il caso ‘boy in the box’. Il corpo del p iccolo mostrava segni di "traumi recenti e trascorsi", con "multiple abrasioni, contusioni ed emorragie interne", ad indicare che era stato picchiato a morte.

È stato il capo della polizia di Philadelphia, Danielle Outlaw, a ricordare che nonostante il grande interesse pubblico suscitato dal caso, nessun genitore o familiare si era fatto avanti. A oggi risultano ancora in vita solo i fratelli di Augustus, non più i genitori. "Per 65 anni la storia di questo bambino senza nome ha ossessionato questa comunità e il suo dipartimento di polizia" ha detto ancora Outlaw, sottolineando che intere generazioni di poliziotti hanno cercato di risolvere il caso.

Anche se ora è stata accertata l’identità del bambino poi, rimane ancora da trovare il responsabile per la morte. Il capo della omicidi, il capitano Jason Smith ha affermato che ci sono "dei sospetti", ma vista la grande quantità di tempo trascorso si tratta di un’indagine "tutta in salita".