Zona arancione in Italia: prime regioni a rischio dal 3 gennaio. Ecco chi può cambiare

L’ulteriore stretta prevista tra Capodanno e la Befana. Liguria, Marche, Veneto e Trento gialle da lunedì

Incubo zona arancione tra Capodanno e la Befana. I 28.632 nuovi positivi al Covid registrati ieri segnalano una epidemia ancora in crescita e infatti le restrizioni sono in aumento. Al momento la situazione è la seguente: a Calabria, Friuli Venezia Giulia e provincia di Bolzano si aggiungeranno da lunedì in zona gialla Liguria, Marche, Veneto e la provincia di Trento: dal 20 dicembre saranno così ben 12 milioni gli italiani in fascia gialla. Ma subito dopo Natale e Santo Stefano, dal 27 dicembre, anche Lombardia (che per la prossima settimana l’ha evitata di un soffio), Lazio ed Emilia Romagna potrebbero finire nella stessa fascia di rischio, la gialla. Non è neppure escluso che qualcuna di queste regioni, o delle altre già in giallo, Friuli in primis, possa passare all’arancione. Se non il 27, più probabilmente da lunedì 3 gennaio 2022. È quella la data più probabile per l’eventuale arancione, secondo i tecnici del ministero della Salute e dell’Iss.

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In zona gialla scatta l’obbligo di maschina all’aperto per tutti ma chi ha il green pass rafforzato (vaccinati e guariti) non è soggetto alle restrizioni che scattano per spettacoli, la partecipazione a eventi sportivi, ristorazione al chiuso, feste e discoteche e cerimonie pubbliche. Con la zona arancione il super green pass è la condizione anche per accedere agli impianti sciistici, a mostre, musei, fiere, centri termali e parchi tematici.

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Gli indicatori decisionali esaminati dalla Cabina di regia riunitasi ieri mattina fotografano il superamento dei parametri di occupazione delle terapie intensive (fissati al 10%) e dei reparti ordinari (al 15%) di Veneto (intensive al 15% e ricoveri al 16%), Liguria (13,7% e 17,9%), Marche (16,7% e 15,6%) e Provincia di Trento (21,1% e 17,6%). Si è salvata per un soffio la Lombardia, che ha il 9,5% di occupazione nelle rianimazioni e il 14% nei reparti ordinari. Rimangono in giallo Friuli Venezia Giulia (con le intensive al 18,3% e i reparti al 22,6%), Calabria (11,8% e 20,8%) e provincia di Bolzano (18% e 16%).

"Secondo i nostri modelli – evidenzia il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga – non dovremmo andare in zona arancione. Nella mia regione non c’è più crescita dei contagi, c’è una stabilizzazione". Così la pensa anche il governatore della Liguria, Giovanni Toti. "La nostra regione entrerà lunedì in zona gialla – osserva, ma tutti i livelli per i quali si decide il passaggio di zona – osserva – sono ben distanti dalla zona arancione. Al momento non prevediamo neppure provvedimenti restrittivi nella sola provincia di Imperia, dove pure l’incidenza è più alta".

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