Il 15enne ripescato nel fiume La madre: "Gli amici sanno"

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PADOVA

Mamma Latifa non ha dubbi: "Qualcuno degli amici sa qualcosa sulla morte di mio figlio". Continuano le indagini sulla morte di Ahmed Joudier, il 15enne padovano di origini marocchine trovato cadavere nel Brenta due giorni.

"Era un bravo ragazzo – insiste la donna – non aveva a che fare con la droga. È stato spinto a uccidersi".

In questura a Padova stanno sfilando gli amici del ragazzino, ai quali gli investigatori stanno chiedendo se l’adolescente aveva ragioni per togliersi la vita o, viceversa, per essere ucciso da qualcuno con i quali poteva avere dei conti in sospeso. Su questo fronte continua l’esame del cellulare di

Ahmed, ritrovato da uno straniero sulla passerella del fiume Brenta nel quale poi è stato recuperato il corpo.

Stando ad alcune voci circolate dopo il ritrovamento da parte dei sommozzatori dei vigili del fuoco, sulla morte dello studente dell’istituto Bernardi

di Padova aleggerebbe l’ombra della criminalità giovanile.

E Ahmed potrebbe non essere l’unico ragazzino ad essere morto in pochi mesi perché preso di mira da una baby gang. A lanciare il sospetto, è il papà di Henry Amadasun, 18enne di origini nigeriane, che a settembre dello scorso anno si lanciò dallo stesso ponticello sul fiume Brenta.

Il padre del giovane, Evans, ha parlato con il suo avvocato Marcello Stellin: "troppe similitudini, le persone che hanno fatto male ad Ahmed potrebbero essere le stesse che hanno fatto male a Henry" ha detto l’uomo al legale.

La famiglia è convinta che qualcuno avesse preso di mira il figlio fino a portarlo ad odiare la vita. "Da settembre a oggi abbiamo sentito tanti ragazzi e anche le loro famiglie – spiega Stellin – e presto avremo gli elementi per chiedere la riapertura del caso. Ma abbiamo trovato anche tanta omertà, credo che tra i giovani ci sia un codice particolare, che conoscono solo loro". Un codice che verrebbe usato nelle chat e nei social con profili segreti.

Una pista suffragata anche dal messaggio vocale che Ahmed Joudier aveva inviato all’ex fidanzatina prima di scomparire da casa. "Tornerò morto, o mi faranno molto male", le aveva detto via WhatsApp.

Intanto il pubblico ministero, Andrea Girlando, ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio: sul cadavere del ragazzo, recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco nel fiume Brenta, non sembrano essere presenti segni di violenza. L’autopsia, eseguita tra oggi e venerdì, chiarirà le cause della morte.

red. int.