Igor il russo sconterà l’ergastolo Condanna in Spagna per tre delitti

Ma il serbo ha sulla coscienza cinque vittime: due omicidi commessi in Italia nel 2017 tra Bologna e Ferrara

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In Spagna, per l’omicidio, la pena massima prevista è di 25 anni. Ma con tre morti sulla coscienza ad Andorra, in Aragona, Igor il russo è rientrato in quell’eccezione del codice penale iberico che contempla la ‘prision permanente revisable’, ossia l’ergastolo, con reclusione minima di 30 anni, per chi uccide più di due persone.

Il killer della Bassa, già condannato a Bologna all’ergastolo sia in primo grado che in Appello per gli omicidi del barista della Riccardina Davide Fabbri e della guardia venatoria volontaria Valerio Verri, uccisi il primo e l’8 aprile del 2017 in quel fazzoletto di campagne e canali tra Bologna e Ferrara, ieri è stato condannato dal giudice del tribunale superiore di Teruel a 25 anni per gli omicidi dell’agricoltore Jose Luis Iranzo e dell’agente del Roca della Guardia Civil Vicror Romero; e all’ergastolo per l’assassinio dell’altro poliziotto, Victor Caballero. Una questione procedurale, legata all’ordine in cui sono state uccise le vittime dal killer, descritto dal giudice come "un individuo dalla personalità psicopatica, che non mette alcuna empatia personale nei gesti che compie e che ha vissuto la sua vita di adulto dedicandosi a delinquere". Al serbo è stata contestata l’aggravante della crudeltà in merito alle uccisioni dei poliziotti, che ha voluto "veder soffrire", come scrive ancora il magistrato nel dispositivo. L’avvocato spagnolo di Feher ha già annunciato il ricorso, ribadendo la versione della "legittima difesa".

"Nessuno mi restituirà il mio Davide, ma ora che Feher è stato condannato in Spagna, difficilmente uscirà dal carcere", ha commentato Maria Sirica, la vedova di Fabbri. Che, rappresentata dall’avvocato Giorgio Bacchelli, è pronta anche a far causa allo Stato che non ha espulso, quando poteva, l’assassino.

A meno di teatrali evasioni, il killer della Bassa difficilmente rivedrà la libertà prima di aver compiuto 70 anni. Il suo percorso giudiziario è un percorso netto di condanne: in Spagna Feher era stato già condannato a 21 anni per i tentati omicidi di Albalate dell’Arzobispo; in Italia, a febbraio è stato condannato a 20 anni per le rapine messe a segno nel 2015 nel Ferrarese con la banda di Ivan Pajdek. Per gli omicidi, il ‘russo’, difeso dall’avvocato Gianluca Belluomini, è in attesa che la Cassazione si pronunci sul ricorso per la mancata concessione della perizia psichiatrica.

Nicoletta Tempera