Giovedì 25 Aprile 2024

Igor e il gioco mortale sul web Il pm: non ci sono colpevoli

Milano, il 14enne si era autosoffocato dopo aver visto un video su Internet. La procura chiede l’archiviazione per il ragazzo che aveva caricato il file

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di Anna Giorgi

"Caricare su Youtube un video che racconta sfide pericolosissime precisando che sono da evitare non è istigazione al suicidio". Con queste motivazioni il pm di Milano, Cristian Barilli, ha chiesto l’archiviazione dell’indagine avviata due anni fa per far luce sul caso di Igor Maj, il 14enne morto a causa del cosiddetto “blackout”, un gioco di autosoffocamento che si pratica per raggiungere sensazioni estreme provocate dalla mancanza di ossigeno. E ancora, scrive il pm nella richiesta: "non possono ravvisarsi profili di dolo da parte di chi ha caricato il video e manca il nesso causale tra il tutorial del gioco estremo e il decesso dell’adolescente, anche perché non si trattò di un suicidio indotto, ma di una morte accidentale dovuta al tentativo di autosoffocamento".

L’indagine condotta dalla polizia postale che aveva visionato tutti i video, e fatto copia del cellulare di Maj, aveva accertato che il 14enne era morto soffocato proprio in un maldestro tentativo di emulare questo gioco guardato poco prima sul web. I periti ricostruirono che il 14enne, campione regionale di arrampicata, rimase impiccato alla corda da roccia che lui stesso si era stretto attorno al collo. Una volta svenuto a seguito della pressione della corda (era solo in casa nella sua cameretta) non era riuscito a riprendersi e il peso del corpo lo aveva strangolato. Così confermò anche l’autopsia. Il video-tutorial sotto accusa fu immediatamente oscurato con un decreto d’urgenza.

Gli inquirenti avevano anche inoltrato un "ordine di esibizione atti" a YouTube per ottenere chiarimenti sul via libera alla pubblicazione del video e la società californiana aveva risposto chiarendo la "policy" relativa al caricamento di contenuti. Nelle "linee guida" spiegava che "la community su YouTube presuppone un certo livello di fiducia e se gli utenti ritengono che alcuni contenuti presenti siano inappropriati possono utilizzare la funzionalità di segnalazione alla piattaforma".

I pm, come "atto dovuto", iscrissero nel registro degli indagati per "istigazione al suicidio" un indiano di 24 anni che aveva realizzato e caricato quel filmato. Ma dalle indagini, durate oltre due anni, per gli investigatori non sono emerse a suo carico responsabilità penali per la morte del 14enne. Non è finita però. Spetterà ora a un gip stabilire se accogliere l’archiviazione o rigettarla disponendo nuove indagini o l’imputazione coatta. "Mio figlio è stato superficiale e molto sfortunato – ha detto il padre di Igor, Ramon Maj –. Non me la prendo con il mondo della rete: il fatto è che noi genitori dovremmo stare più vicini ai nostri figli e spiegare loro che certe sfide non sono un gioco. Certo, non tutto può essere controllato. Io mi auguro che lo sforzo che sto facendo per la divulgazione di questi messaggi nelle scuole possa servire perché altri ragazzi non caschino nella stessa trappola".