Identificato il branco del Duomo Decisiva l’app che riconosce i volti

Perquisizioni tra Lombardia e Piemonte: anche minori indagati. Scovati grazie al software speciale e ai social

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di Nicola Palma

Quei volti ripresi da telecamere di videosorveglianza e smartphone sono stati inseriti dagli specialisti della Scientifica nel "cervellone" del Sari, il software di riconoscimento facciale che la polizia utilizza dal 2017 per risalire all’identità di una persona ignota attraverso una ricerca computerizzata nella banca dati delle forze dell’ordine (Afis). Ne sono venuti fuori elenchi di immagini ordinati secondo un grado di similarità, che poi sono stati incrociati con i risultati delle indagini parallele su tabulati telefonici e commenti postati sui profili social dei sospettati. Così gli investigatori della Squadra mobile, guidati dal dirigente Marco Calì, e del commissariato Centro sono riusciti a dare un nome ai ragazzi che la notte di Capodanno avrebbero molestato nove coetanee nel giro di un’ora in piazza Duomo a Milano: dei diciotto perquisiti all’alba di ieri (quindici maggiorenni e tre minorenni), almeno dodici sono già stati iscritti nel registro degli indagati per rispondere a vario titolo delle accuse di violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni.

Durante i controlli tra Milano, Torino, Rozzano e la Bergamasca, sono stati sequestrati indumenti e cellulari dei presunti autori; e nelle ore successive le immagini di quegli abiti, molti con caratteristiche ben definite e riconoscibili, e delle facce di chi li ha indossati sono state sottoposte alle vittime nel corso di una serie di audizioni anche in videoconferenza. Stando ai primi esiti dell’inchiesta-lampo coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, sarebbero entrati in azione tre diversi gruppi di persone in ognuno degli assalti finora contestati, senza una regìa unica, anche se gli accertamenti stanno andando avanti in queste ore per capire se le denunce arrivate su altri episodi, anche in diverse zone della città, possano essere ricondotte alle stesse bande. Il primo raid in ordine di tempo è andato in scena qualche minuto dopo la mezzanotte: due studentesse tedesche di 20 e 21 anni si sono ritrovate all’improvviso in balìa della ressa, spintonate contro le transenne e palpeggiate dal branco, salvo poi riuscire a trovare una via di fuga per raggiungere un nucleo di pronto impiego della Finanza. Per questo caso, gli agenti della Mobile hanno perquisito i domicili di cinque egiziani, di cui due minorenni (di 16 e 17 anni) e tre maggiorenni di età compresa tra 19 e 22 anni. "Spero li trovino e che sia fatta giustizia per noi e per tutte le altre ragazze che sono state molestate quella sera", l’auspicio di una delle due universitarie. E passiamo al secondo blitz, quello emerso già nelle prime ore, avvenuto attorno all’una, che ha riguardato una diciannovenne lombarda, circondata e quasi spogliata di giubbotto e maglione, e due amiche arrivate in suo soccorso: a colpire, sempre stando alle indagini, un gruppo di almeno tredici giovani. Di questi, dieci fanno parte di una comitiva arrivata apposta da Torino per trascorrere il Capodanno in Duomo: il più giovane ha compiuto 15 anni ad aprile, il più grande ne farà 23 tra pochi giorni; provengono tutti dalle periferie problematiche di Barca e Bertolla e hanno frequentato o frequentano per la gran parte un istituto professionale del quartiere Barriera di Milano.

A loro si sono aggiunti quella notte, quasi certamente senza averli mai visti prima, tre egiziani che gravitano su Milano, di cui uno, un diciottenne, accusato anche dell’ultimo agguato, quello di cui sono rimaste vittime, nei pressi della Galleria Vittorio Emanuele, una diciannovenne milanese, rapinata di telefono e borsetta e molestata, e tre coetanee, originarie della Toscana, che hanno provato invano ad aiutarla. "Mi sembra che a dieci giorni dai fatti la risposta di oggi sia stata adeguata e rapida", ha affermato il questore Giuseppe Petronzi.