Covid, i vescovi tirano dritto sulle messe. "Nessun obbligo di Green pass"

La Cei chiarisce: "Bastano igiene e distanziamento. Mascherine? Meglio Ffp2"

Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei (ImagoE)

Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei (ImagoE)

La Conferenza episcopale italiane tiene il punto: avanti pure con le restrizioni del Protocollo d’intesa col governo, siglato al termine della prima ondata pandemica, ma niente Green pass a messa. Né semplice, né rafforzato. E questo nonostante in altri Paesi, come Svizzera, Olanda e Lussemburgo, sia prevista la partecipazione alla liturgia solo se in possesso del certificato verde, fatto salvo cerimonie ristrette. Unica novità, che arriva dai vescovi italiani, guidati dal cardinale Bassetti, il consiglio ai fedeli d’indossare la mascherina Ffp2.

"Nelle circa 25mila parrocchie delle 227 diocesi, ad oggi, non sono stati registrati focolai – spiega Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio comunicazioni della Cei – e, qualora ci fossero stati, sarebbero comunque in un numero ridottissimo. È chiaro che ora si va verso una nuova fase. Il virus ha una crescente capacità di contagiare e di diffondersi rapidamente, per questo è importante il rispetto del Protocollo che prevede tutte le misure necessarie per far fronte alla situazione attuale". Nello specifico si fa riferimento al distanziamento, all’accurata igienizzazione e all’obbligo di mascherina. "Il Protocollo non specifica la tipologia – chiarisce Corrado –, se chirurgica o Ffp2: certamente quest’ultima ha un elevato potere filtrante e può essere consigliata".

Lunedì prossimo si riunirà la presidenza della Cei. Dal governo non è pervenuta nessuna richiesta di rivedere il Protocollo, In seno all’episcopato continuna il dibattitto sul Pass a messa, segnato dalla presenza di una nutrita galassia No Vax cattolica, ma i rigoristi sono in minoranza. Restano iniziative isolate, come quella di Salerno dove solo preti vaccinati danno l’ostia.