Giovedì 25 Aprile 2024

I vescovi: senza lezioni giovani a rischio Troppi suicidi, gli Usa riaprono le scuole

Il cardinale Bassetti: l’isolamento e il flop educativo colpiscono i ragazzi. A Las Vegas il doppio delle morti del 2020: "Tornate in classe"

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La società è in ginocchio, spaccata nel suo cuore da questa tragica pandemia. "Vi è una frattura sanitaria che è anche una frattura sociale ed educativa – sottolinea il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti introducendo i lavori del Consiglio episcopale permanente –. Ancora non possiamo trarre una valutazione conclusiva sulle conseguenze a lungo termine di ciò che sta accadendo, ma i dati diffusi devono interrogare le coscienze e allarmare le istituzioni e le agenzie educative tutte: solitudine, isolamento sociale, aumento delle malattie legate al disagio mentale, impennata di suicidi. I giovani, gli anziani, le persone con disabilità, le persone vulnerabili sono le prime vittime di queste infermità dell’anima. Per porre rimedio a queste situazioni purtroppo non c’è chimica che tenga".

E negli States gli allarmi si moltiplicano. A partire da Las Vegas. L’ondata di suicidi di studenti nella contea di Clark in Nevada, la quinta più grande del Paese, comprendente Las Vegas, ha spinto le autorità a riaprire le scuole al più presto. Lo school board locale ha detto sì al ritorno degli alunni delle elementari e a quelli più in difficoltà anche se la zona continua a registrare un altro numero di morti e contagi Covid. Lo riferisce il New York Times. Nei nove mesi di chiusura delle scuole nella contea ci sono stati 18 suicidi, il doppio di quelli dell’intero anno precedente. Da quando le scuole hanno chiuso a marzo, un sistema che monitora la salute mentale degli studenti ha inviato più di 3.100 segnalazioni ai funzionari distrettuali, allertando su pensieri suicidi e possibile autolesionismo. L’abuso degli smartphone ha sicuramente contribuito ad aumentare le tragedie. "Quando abbiamo iniziato a notare l’aumento di ragazzini che si toglievano la vita, abbiamo capito che non erano più solo i numeri Covid di cui dovevamo preoccuparci", ha spiegato Jesus Jara, sovrintendente della contea di Clark. "I nostri figli devono iniziare a vedere un po’ di movimento, un po’ di speranza". Uno studente ha lasciato un biglietto nel quale ha scritto che "non aveva nulla da aspettarsi". Il più giovane aveva 9 anni. "Mi sento responsabile", ha concluso Jara. "Sono tutti miei figli".

In Louisiana il sangue scorre sui social, dove una ragazzina di 15 anni è stata uccisa a coltellate all’interno di un negozio Walmart in Louisiana, il tutto in diretta sulle piattaforme web. Le autorità hanno arrestato quattro teenager di età compresa tra i 12 e i 14 anni. Lo sceriffo del distretto di Calcasieu, Tony Mancuso, ha spiegato: "L’intero omicidio è stato pubblicato sui

social, non sembra esserci rimorso". "Tutto il caso si è svolto in diretta davanti a noi attraverso Facebook e Instagram – ha spiegato lo sceriffo Mancuso –. Abbiamo filmati di tutto ciò che è accaduto ed è molto inquietante". Non è chiaro il movente, ma secondo le forze dell’ordine tutto potrebbe essere nato da uno scontro in un cinema.

"Noi ci stupiamo perché il mondo digitale lo abbiamo acquisito e non ci siamo nati, ma gli incidenti ai bambini potevano accadere anche prima. A preoccuparci non deve essere lo strumento Internet, che è una realtà dove si cresce e ci si può ammalare. I bambini che tendono ad andare oltre i loro limiti, soprattutto nelle challenge rischiose, sono quelli che hanno una bassa autostima", analizza Federico Tonioni, psichiatra e psicoterapeuta, responsabile del Centro pediatrico per la psicopatologia da web presso il Policlinico Gemelli. Giovanni Visci, presidente del Cismai (Coordinamento italiano contro l’abuso e il maltrattamento sui minori): "Occorrono urgenti iniziative su più piani: quello istituzionale e della politica perché è immorale che ciò che in qualsiasi altro luogo del nostro Paese è severamente vietato e sanzionato, sia invece possibile nei luoghi virtuali della Rete".

A. Bel.