Mercoledì 24 Aprile 2024

"I turisti pagano cash O così o scappano via"

"Capita soprattutto con i ricchi clienti dell’Est"

di Rossella Conte

"Proprio in questo momento ho mandato via una turista russa, voleva comprare un anello ma non poteva usare la carta di credito. Ci ha chiesto di poter pagare in contanti, ma abbiamo dovuto mandarla via". A raccontarlo è Fernando Vettori, la seconda generazione al timone dell’omonima gioielleria che si trova su Ponte Vecchio a Firenze. Ieri, mentre in tutta Italia teneva banco la proposta di innalzare il limite al tetto contanti, il titolare di una delle botteghe-scrigno di Firenze, è stato costretto a dover rifiutare un acquisto.

"L’anello con brillante che aveva scelto – racconta – costava 7mila euro e non poteva pagare con la carta di credito per motivi burocratici. Le ho proposto uno sconto ma non c’è stato niente da fare, non aveva abbastanza denaro. Le ho dovuto dire che più di 2mila euro non potevo accettarli e lei è andata naturalmente via. Purtroppo succede settimanalmente, non so tratti di casi isolati". Di episodi simili, la Gioielleria Vettori potrebbe raccontarne a centinaia. "Non solo io – prosegue -, sia chiaro. I colleghi che vendono orologi ogni giorno si ritrovano a dover rifiutare potenziali acquirenti perché non possono accettare contanti sopra una certa somma. Per non parlare poi delle grandi griffe che vendono borse da migliaia di euro. Per il settore del lusso il limite attuale è un vero problema e scoraggia le vendite".

Per Vettori quindi, innalzare il tetto in contanti è un provvedimento che andrebbe introdotto immediatamente e senza pensarci troppo. "Per gli imprenditori non è un periodo semplice, siamo strangolati da rincari di ogni genere e usciamo da due anni di stop e restrizioni dovuti dalla pandemia. Anche un solo acquisto al giorno potrebbe fare la differenza, soprattutto per locali come i nostri che spesso hanno sulle spalle canoni di locazione elevati" aggiunge.

Anche perché, sottolinea l’orafo di Ponte vecchio, "se i turisti non sono messi nelle condizioni di comprare nelle nostre botteghe, lo faranno in altri paesi europei molto più elastici del nostro. Rischiamo di perdere competitività e di uscire dal mercato. Un danno per noi e soprattutto per tutta Italia che vive di commercio". Il nero? "È una scusa, dopo tanti anni si tratta di un fattore limitato e circoscritto. Tra fatture fiscali elettroniche e carte di credito oramai tutti sono abituati a rispettare le regole. Non credo che innalzare il tetto dei contanti possa favorire l’evasione. Non nel 2022".