I talebani controllano il Paese E ora Biden sfida Cina e Russia

Chris Donahue è stato l’ultimo soldato Usa a lasciare Kabul. Per il presidente è la fine della "guerra più lunga"

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di Lorenzo Bianchi

Un minuto prima della mezzanotte afghana di ieri il generale Chris Donahue, comandante della ottantaduesima Divisione aviotrasportata americana sale sull’ultimo aereo C-17 statunitense. Donahue è il veterano per antonomasia. È stato in Iraq fra il 2003 e il 2011. Ha comandato a lungo le forze speciali del suo Paese in Afghanistan. Ma un video pubblicato da Nabih Bulos del Los Angeles Times conferma il marasma dell’operazione che ha tentato di organizzare. Nelle immagini si vedono i talebani che entrano in un hangar dell’aeroporto di Kabul con elicotteri militari statunitensi, mentre in città vengono sparati fuochi d’artificio e raffiche di mitragliatrici in cielo per festeggiare.

Tutto questo non impedisce a Joe Biden di sottolineare nel suo discorso alla nazione che "sono finiti 20 anni della guerra più lunga", che il ritiro americano è stato una "missione di misericordia" e che l’evacuazione è stata un "successo straordinario". Il presidente però fa sapere che sono rimasti indietro circa 100-200 americani, ma che "non saranno abbandonati" perché le evacuazioni non si fermeranno, "non ci sono scadenze sia per gli americani sia per i cittadini afghani" che vorranno venire via dall’Afghanistan, dichiara Biden. E ai responsabili delle 13 vittime americane il presidente promette: "Vi cacceremo fino agli inferi, non perdoneremo". "Ma la guerra – conclude Biden – doveva finire. Il mondo sta cambiando, dobbiamo affrontare le sfide di questo secolo, tra cui la Russia e la Cina".

Sul terreno, nel frattempo, si continua a combattere. E mentre Al Qaeda si congratula con i talebani per la "vittoria" riportata contro gli Usa, otto studenti coranici sono stati uccisi nella parte occidentale della valle del Panshir nella quale continua la resistenza di Ahmad Massoud, flglio dell’eroe della guerriglia contro i sovietici negli anni ottanta e contro i talebani prima del 2001. Nell’ennesima conferenza stampa il portavoce talebano Zabihullah Mujahid ha esortato i connazionali a "trascendere le differenze e a unirsi" per non alienarsi la Comunità internazionale. Dalla capitale dell’Afghanistan continuano ad arrivare immagini che lo sconfessano. L’ultima è quella del conduttore pashtun (la stessa etnia dei talebani) di Peace Tv che esorta i concittadini a "non avere paura". Peccato che il giornalista sia circondato da otto miliziani armati.

L’Italia ha tentato di fare la sua parte. La Farnesina comunica che sono state evacuate 5011 persone. Gli afghani sono circa 4900. È il numero più alto fra i Paesi dell’Ue. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, intanto, ha messo in guardia sulla possibilità di nuove esplosioni di terrorismo nel Sahel, nel Golfo Persico e nel Mediterraneo allargato.

L’Ue non nasconde il suo timore di trovarsi a dover affrontare un flusso incontrollato di profughi simile a quello che abbandonò la Siria nel 2015. Il vicepresidente Margaritis Schinas chiede di mettere in comune risorse "con tutta la comunità internazionale, l’Onu, il G 7, il G 20, per costruire capacità e sostegno più vicino all’Afghanistan" rafforzando l’aiuto al "vicinato più prossimo". Draghi vedrà il presidente francese Emmanuel Macron domani sera a Marsiglia. Sul tavolo la crisi afghana, ma anche e soprattutto la necessità che l’Unione Europea si muova con una maggiore sincronia.