I soccorritori sono arrivati in vetta La Marmolada restituisce un altro corpo

Ora le vittime accertate sono dieci. All’appello manca ancora un disperso. Casellati: "Una ferita per l’Italia intera"

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Vogliono riportarli a casa. Ci saranno altre missioni ‘impossibili’ come quella di ieri all’alba, sul ghiacciaio della Marmolada. "Una ferita per l’Italia intera", si è commossa la presidente del Senato Elisabetta Casellati, in visita a Canazei.

Marmolada: trovati "reperti importanti". Emergono altri resti delle vittime

I soccorritori vogliono recuperare i resti di chi è rimasto sepolto dalla valanga di ghiaccio e roccia, che alle 13.45 di domenica 3 luglio ha sorpreso gli alpinisti che stavano scendendo. "La priorità è dare un’identità alle vittime – conferma il tenente colonnello Michele Capurso, che a Trento comanda il reparto operativo dei carabinieri –. Stiamo visionando i filmati. Sentiremo i testimoni". Il procuratore capo, Sandro Raimondi, ha aperto un’inchiesta per disastro colposo, ad oggi non ci sono indagati.

Ieri sul ghiacciaio è stata trovata la decima vittima, ora in sei hanno un nome. Le ultime identificazioni: 2 cittadini della Repubblica Ceca. Altri 5 italiani restano ‘reclamati’.

L’attesa delle famiglie è angosciante. Anche per questo lo sforzo messo in campo è enorme. "Non ha idea della tecnologia impiegata, mai visto nulla di simile", si lascia sfuggire un tecnico.

Ieri all’alba per la prima volta le squadre hanno messo i piedi sul terreno, hanno camminato sul ghiacciaio della morte. L’area delle ricerche è tra i 2.400 e i 2.600 metri di quota, nella parte mediana e finale di quella imponente cascata di ghiaccio e roccia. "È venuto giù un grattacielo di 70 piani, 300 metri di lunghezza, 60 di larghezza e 30 di profondità", l’immagine usata da Luca Zaia, governatore del Veneto.

Le ricerche, con queste modalità, continueranno fino a domenica. La prossima spedizione sul terreno è prevista per oggi, sempre all’alba, per sfruttare le ore meno calde della giornata. Perché la temperatura è il nemico più insidioso anche per gli uomini più esperti come sono quelli impegnati sulla Marmolada. Proseguiranno anche le attività con i droni.

Per il fine settimana sono attesi i primi risultati dal Ris di Parma: grazie al test del Dna i resti avranno un’identità. Informazioni preziose per decidere come proseguire le ricerche.

Ieri mattina in quota c’erano gli specialisti migliori, ingaggiati anche due pastori tedeschi della Finanza dal fiuto infallibile, Etha e Hidalgo.

Le squadre hanno lavorato imbragate al verricello, con l’elicottero sopra pronto a portare in salvo gli operatori, al minimo segnale di pericolo. Poche decine di secondi per scappare, un minuto il tempo massimo. A vegliare sull’impresa anche uomini sentinella e sofisticatissimi radar.

Ma quali sono le condizioni del ghiacciaio? Nicola Casagli, il geologo dell’Università di Firenze mago degli strumenti, spiega che ieri mattina non è stato restrato nulla di significativo. È un segnale positivo o negativo? Come scienziato l’ha sorpresa? "Un po’ mi aspettavo qualche movimento – riconosce –, soprattutto sulla scarpata della nicchia dove si è staccato il blocco di ghiaccio che poi ha dato origine alla valanga. Il fatto che non ci siano movimenti ora è una buona notizia, meno si muove più si possono fare le operazioni di ricerca e di recupero. Vuol dire che quel blocco è molto solido. Anche per questo è difficile prevedere che tipo di evoluzione potrà avere".