I sindacati e l’obbligo vaccinale "Non sia un’arma per licenziare"

Vertice con il premier Draghi. Landini (Cgil) non chiude: è una scelta del governo, ma serve una legge

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di Alessandro Farruggia

Settimana decisiva per il Green pass. Ieri c’è stato l’incontro tra governo e i sindacati. E l’esito non è negativo per palazzo Chigi. Se il governo vuole introdurre norme più severe per le vaccinazioni, fino all’obbligo di Green pass per determinate categorie di lavoratori – hanno detto Cgil, Cis e Uil – deve prevederle per legge e comunque su una cosa i sindacati non faranno sconti: sì al Green pass facendo magari ricorso al lavoro da remoto, ma no al licenziamento o al demansionamento di chi non vuole vaccinarsi.

Nel confronto avvenuto ieri sera a palazzo Chigi tra il premier Draghi e i sindacati, le organizzazioni dei lavoratori hanno messo una serie di paletti, una serie di limiti che danno un via libera condizionato all’intenzione del governo di intervenire nel mondo della scuola, se dovessere essere necessario per garantire le lezioni in presenza. "Su questo incontrerò e mi confronterò il ministro dell’istruzione Bianchi" ha detto ai sindacati il premier Mario Draghi. Ma l’intenzione del governo è prevedere il Green pass ben oltre che nella scuola: anche negli altri uffici pubblici e nel settore privato. Il problema è il come.

"Sul piano di principio – ha detto al termine dell’incontro il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini – non abbiamo nulla in contrario all’estensione del Green pass come strumento che certifica l’uso del vaccino, ma allo stesso tempo abbiamo ribadito che questo non può diventare uno strumento che le imprese usano per licenziare, demansionare o discrimminare i lavoratori. Abbiamo ribadito che in ogni caso, anche se vaccinati, anche se con Green pass, occorre mantenere tutte le norme di sicurezza previste dai protocolli, tra cui dispositivi di protezione individuali e distanziamento". "Siamo disponibili – ha proseguito Landini – a migliorare i protocolli di sicurezza ma per noi non esiste nessun accordo sindacale per l’obbligo di Green pass o di vaccinazione, che va fatto per via legislativa. È una scelta e una valutazione che deve fare il governo, che si è riservato di decidere".

"Sul vaccino – ha sottolineato il segretario Uil Pierpaolo Bombardieri – c’è un accordo sulla sicurezza sanitaria sottoscritto dalle parti sociali e inserito in un decreto e qualsiasi tentativo di modificarlo necessita di una legge. Il diritto alla salute e al lavoro bisogna intervenire con grande delicatezza. L’unico Paese dove è prevista obbligatorietà dei vaccini è del resto l’ Arabia Saudita...". "Abbiamo rappresentato la volontà del sindacato di aprire un confronto con datori di lavoro e governo per migliorare e rafforzare i contenuti degli accordi sottoscritti per contrastare il Covid nei luoghi di lavoro – ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra – Se il governo, sulla base dei dati scientifici, ritiene che ci possa essere una ripartenza del Covid, allora può adottare una norma che valga non solo per i lavoratori ma per l’insieme dei cittadini".

Secondo fonti di governo Draghi avrebbe dato appuntamenti ai sindacati a fine agosto e sarebbe intenzionato in settimana ad intervenire su trasporti e scuola. La cabina di regia originariamente prevista per oggi dovrebbe slittare a domani e così la Conferenza Stato-Regioni. Giovedì è invece indicaticamente fissato il Consiglio dei Minisrtri che, con un decreto legge dovrà estendere il Green pass ai trasporti (aerei, traghetti e navi e treni di lunga percorrenza, probabilmente da fine agosto) e potrebbe stabilire una griglia per la scuola, stabilendo che la dad possa eventualmente scattare solo a livello provinciale o comunale escludendo docenti e studenti in possesso del Green pass. L’obbligo di Green pass per i docenti potrebbe scattare solo se dopo il 20 agosto non si raggiungerà tra i lavoratori della scuola una copertura vaccinale del 90%.

Venerdì invece entreranno i vigore le norme previste dal decreto legge del 23 luglio e che stabiliscono l’obbligo di Green pass per la ristorazione in sale al chiuso, per gli spettacoli aperti al pubblico, gli eventi e le competizioni sportive; i musei, le mostre e gli altri istituti e luoghi della cultura; per piscine, palestre, centri benessere e termali; sale scommesse, bingo, casinò sale giochi, parchi tematici; sagre, fiere, convegni e congressi; attività al chiuso di centri culturali e sociali.