Martedì 23 Aprile 2024

Messina Denaro, i segreti che potrebbe svelare. Dall’agenda rossa al giallo Pipitone

Il custode della latitanza dei fratelli Graviani rivelò: il quaderno di Borsellino è nelle mani di Messina Denaro. Il boss avrebbe anche le carte del covo (perquisito tardi) di Riina. La madre di Denise: "Dica dov’è mia figlia"

Una mappa di Palermo, il luogo in cui è stato arrestato il boss Matteo Messina Denaro,

Una mappa di Palermo, il luogo in cui è stato arrestato il boss Matteo Messina Denaro,

Roma, 18 gennaio 2023 - Trattative Stato-mafia, agendina rossa, borghesia canaglia. L’arresto di Matteo Messina Denaro rispolvera il libro dei misteri "made in Sicily". ’U siccu’ era un grande investitore del denaro di Cosa Nostra, un moderno business man capace di trasformare il profitto sporco in attività pulite.

L’Unità di informazione finanziaria, l’ente antiriciclaggio della Banca d’Italia, ha puntato il dito sui settori più sensibili su cui i boss si sono fiondati. E Messina Denaro è stato un antesignano puntando prima sui settori ‘maturi’ – cemento, supermercati, intrattenimento, salute, scommesse – e poi su quelli nuovi – eolico e cantine di pregio. Per fare questo il boss latitante si è servito di un’area grigia di professionisti specializzati in "schemi operativi" per riciclare in paradisi fiscali e reimpiegare i miliardi dei traffici illeciti. È questo il primo dei segreti che il boss di Castelvetrano: una rete di colletti bianchi, motore dell’impero da 10 miliardi di Messina Denaro. Riusciranno gli inquirenti a scoprire e aprire quella cassaforte? Difficilmente potranno contare sulla collaborazione del padrino arrestato che, come dimostrano Riina, Graviano o Bagarella, non metterà in mutande i gregari della borghesia. Le forze dell’ordine dovranno trovare riscontro ai racconti fatti da alcuni collaboratori di giustizia, a partire da Antonino Giuffré, ex componente della Cupola e signore di Caccamo. Il quale raccontò ai pm che Riina aveva consegnato a Messina Denaro e Graviano – ritenendoli i due "picciotti del cuore" – i documenti che si trovavano nel covo di via Bernini e che fu ripulito prima dell’arrivo della polizia. Quelle carte erano ancora in mano a Matteo ’u siccu’? E dove sono ora? E cosa contenevano? E l’agenda rossa di Borsellino, scomparsa dal teatro insanguinato di via D’Amelio? Salvatore Baiardo, custode della latitanza dei fratelli Graviano, disse un anno fa a Report che una copia dell’agenda rossa ce l’aveva Messina Denaro. Negli anni – ne sono passati 30 dall’arresto di Totò ’u curtu’ – si è favoleggiato su quei documenti e sull’agenda di Borsellino, considerandoli decisivi per riscrivere la storia politica e criminale. Sul Giornale il generale Mario Mori ha dichiarato: "L’arresto di Messina Denaro è una notizia positiva sotto una infinità di aspetti. Uno dei tanti è che metterà fine a troppi anni di chiacchiere sui presunti segreti custoditi dal latitante, a partire da quelli sulla fantomatica trattativa tra Stato e mafia".

Un boss nell’ombra ma sempre vigile e presente: non si muoveva foglia nel Trapanese che lui non sapesse. "È il detentore di una significativa parte dei segreti dell’organizzazione, e punto di riferimento di Cosa Nostra nel Trapanese", dice il procuratore Maurizio de Lucia. A lui Piera Maggio, mamma della piccola Denise Pipitone, e il marito Piero Pulizzi, lanciano appello. "Chiediamo allo Stato italiano, ai magistrati che se ne prenderanno carico: dopo tutti gli accertamenti e le doverose domande di rito al boss Matteo Messina Denaro, qualcuno cortesemente chieda al boss, se in qualche modo ha avuto notizie sul sequestro di nostra figlia Denise". Cosa si aspettano? Lo spiega l’avvocato di Piera, Giacomo Frazzitta: "Sappiamo che non è stato lui a prendere Denise, ma sicuramente lui sa chi è stato e perché. Lo dica, come atto di estrema riparazione per quello che ha fatto al piccolo Di Matteo e di clemenza verso una mamma che soffre".