I sanitari del carcere "Cospito non è grave" L’opposizione si unisce, assedio a Delmastro

L’obiettivo è una mozione unica firmata da Pd-Avs, M5s e Terzo Polo per chiedere le dimissioni o il ritiro della delega al Dap. Calenda attacca: "C’è una spaccatura fortissima nella maggioranza"

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di Giovanni Rossi

Il presidente del Tribunale di sorveglianza di Milano Giovanna Di Rosa e la collega Ornella Anedda visiteranno nei prossimi giorni Alfredo Cospito nel carcere di Opera. Il 55enne anarchico al 41 bis, in sciopero della fame da 110 giorni, continua la sua protesta pubblica contro il regime di carcere duro. Nonostante i 45 chili persi, versa in condizioni di salute definite "non allarmanti", apparentemente simili a quelle dei giorni precedenti: lucido e vigile, ora cammina ora sta seduto. Ma l’apparenza in questi casi può ingannare perché Cospito è chiaramente molto debilitato: oltre al cibo, rifiuta anche gli integratori, va avanti solo con acqua e sale o zucchero. La prosecuzione di un regime di sostegno così penalizzante aumenta di giorno in giorno il rischio di una crisi cardiaca, caso in cui sarebbe scontato un trasferimento d’urgenza all’ospedale San Paolo.

E mentre, come già a Roma, anche a Milano appaiono nuove scritte (le ultime – "Alfredo libero" e "No 41 bis" – verniciate a spray sui vagoni della metropolitana), si moltiplicano le azioni anarchiche di protesta e sostegno. Il sabotaggio di alcuni ripetitori nell’Alessandrino "tra la notte del 4 e 5 febbraio, accompagnati da una bellissima luna e con Alfredo e la sua lotta nel cuore", trova immediata rivendicazione sui siti d’area e porta la firma degli Anarchici per la distruzione dell’esistente che si attribuiscono la paternità del "piccolo gesto", prima di annunciare la fine "della nostra esperienza come gruppo". Un esempio dal basso di quell’aggregazione e disaggregazione pulviscolare che tiene in costante allerta gli investigatori.

Novità arrivano anche dall’inchiesta per "rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio" aperta dalla procura di Roma, su istanza del deputato di Avs Angelo Bonelli. Partono dalla sede del Gom (Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria) e piovono sul tavolo degli inquirenti tutti i documenti tecnico-conoscitivi sui dialoghi di Cospito con i mafiosi di rango ristretti a Sassari e sui meccanismi di raccolta delle informazioni svelate dagli esponenti di Fratelli d’Italia Andrea Dalmastro (sottosegretario alla Giustizia) e Giovanni Donzelli (vicepresidente del Copasir). Al momento le indagini, prima ancora di ricostruire i fatti, puntano a fotografare i meccanismi dell’attività di monitoraggio dei detenuti improvvidamente spiattellata da Donzelli alla Camera.

Il pressing su Giorgia Meloni per costringere alle dimissioni i protagonisti del caso cresce di ora in ora. Le opposizioni puntano a presentare alla Camera una mozione unitaria di censura a scrutinio palese, "con la firma di tutti, anche in ordine alfabetico", riunendo quelle di M5S e Pd-Avs e cercando l’intesa con il Terzo polo.

Carlo Calenda (Azione) è d’accordo: "C’è una spaccatura fortissima nella maggioranza, perché FdI ha un atteggiamento bullesco, di quelli che arrivano e dicono ‘ora comandiamo noi’. Evito di parlare di fascismo. Ma nel loro caso è così – è l’attacco del giorno –. E sono delusissimo dal ministro Nordio: perché dare coperture ridicole a Delmastro?". "Ciò che ha fatto Delmastro insieme all’amichetto Donzelli è quanto di più sgrammaticato dal punto di vista istituzionale. Penso ci sia bisogno delle dimissioni", concorda l’ex presidente della Camera Roberto Fico. Il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte è altrettanto sferzante con la premier: "Non deve fare il leader di partito, ma il presidente del Consiglio" e "invitare i suoi fedelissimi Delmastro e Donzelli a dimettersi", perché "inadeguati ai ruoli che rivestono". Ancora: "I parlamentari hanno il dovere di andare a verificare le condizioni nelle carceri. Dire che da parte di una forza dell’opposizione è stato fatto un inchino ai mafiosi è vergognoso", è l’assist al Pd, la cui delegazione in gennaio ha fatto visita al carcere di Sassari.

Difficilmente Meloni chiederà ai suoi esponenti di dimettersi, ma potrebbe forse togliere a Dalmastro le deleghe al Dap (l’amministrazione penitenziaria). Oggi Bonelli (non l’unico deputato a presentare richiesta formale) salirà al ministero della Giustizia per chiedere l’accesso agli atti svelati da Donzelli. Materiale non segreto, secondo Nordio.