I presidi: prof e bidelli assenteisti. La scuola riapre, ma è già nel caos

Ira dei dirigenti del Lazio: "C’è il ponte di Pasqua, boom di malati e legge 104". I sindacati difendono i docenti

Riaprono le scuole

Riaprono le scuole

Bologna, 31 marzo 20211 - Neanche il tempo di festeggiare il ritorno a scuola, che c’è già la prima grana. E questa volta non è colpa del Covid, ma di un altro virus che attanaglia endemicamente l’Italia: i furbetti dell’assenteismo. "L’elemento positivo della giornata di oggi (ieri, ndr) è che molti ragazzi sono tornati in classe, hanno visto i loro compagni e sono stati a contatto con i loro docenti. L’aspetto negativo è che si sono verificate tantissime assenze da parte dei docenti e del personale Ata e questo ha creato molti disservizi e alcune scuole sono state costrette a fare orario ridotto. Centinaia di insegnanti e personale amministrativo e bidelli sono rimasti a casa", ha dichiarato Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio, commentando il primo giorno di ritorno in presenza degli studenti delle scuole laziali. Un istituto su 5 è stato costretto a fare orario ridotto.

Dopo il periodo di didattica a distanza, dovuto alla zona rossa, la Regione Lazio ha deciso di far tornare in classe i bambini e i ragazzi per due giorni prima delle vacanze di Pasqua. "Molte persone – ha precisato Rusconi – hanno utilizzato la legge 104, altre si sono dichiarate malate, altre assenti per motivi di famiglia. Non è stato di certo mandato un bel messaggio alle famiglie degli studenti. Io penso che un dipendente pubblico debba essere al servizio dello Stato e dei cittadini e non al servizio dei propri desideri. Oggi (ieri, ndr) – ha proseguito – questo non è avvenuto. Il fatto che si dovesse rientrare per soli due giorni prima delle vacanze di Pasqua non giustifica queste forme di assenteismo, che sono purtroppo tutelate dalla legge, ma sempre di forme di assenteismo si tratta".

Il nuovo decreto Covid: le notizie di oggi

Da ieri 687mila ragazzi delle scuole laziali fino alla terza media hanno lasciato la didattica a distanza e sono tornati in classe per il cambio del colore della regione che da rossa è passata all’arancione, ma oltre mezzo milione di alunni toscani e 285mila calabresi sono passati in zona rossa, tutti temporaneamente in Dad fino al 6 aprile. Per due giorni, prima che inizino le vacanze pasquali, saranno poco più di 2milioni gli alunni in presenza e quasi 6,5 milioni quelli in didattica a distanza. Dopo Pasqua tornerà sui banchi il 60% degli studenti: in totale 5,3 milioni di ragazzi. "Si tratta – ha ribadito il presidente Anp Lazio tornando sulla polemica – di giorni di lavoro per cui si è pagati, quindi si ha l’obbligo giuridico e morale di essere presenti. Anche a Roma le assenze sono state tantissime. Questo non gioca a favore dell’opinione che si ha dei dipendenti della pubblica amministrazione. Averla negativa su tutto il comparto è un errore, ma deriva da episodi di assenteismo consistente come quello di oggi che si verificherà probabilmente anche domani (oggi, ndr).

In difesa dei docenti e del personale Ata si è schierato il sindacato. "Riteniamo fuori luogo e non documentato da dati certi, a noi non risulta. Vorremmo aprire un contraddittorio basandoci sui numeri", cosi’ il segretario regionale Flc Cgil di Roma e Lazio, Alessandro Tatarella. "Siamo sorpresi – ha aggiunto annunciando una nota congiunta di tutte le sigle sindacali del mondo della scuola – che in un momento del genere vengano dette queste cose, considerando la direzione in cui stiamo andando. Anche le istituzioni sono rimaste sorprese. Quanti sarebbero i docenti e gli Ata, sui 114.000 che costituiscono l’organico del personale scolastico del Lazio, comprensivo del ‘rinforzo Covid’, che si sarebbero sottratti ai loro doveri contrattuali?", conclude polemico.