Martedì 16 Aprile 2024

I poeti bambini che fanno grande la Storia

Viviana

Ponchia

Quando la cronaca non basta a restituire ciò che è andato perso, nel marasma della storia arrivano i poeti, o la limpida preveggenza dei bambini. Scriveva Anna Frank nel suo Diario: "Cara Kitty, da domenica sembrano passati anni. È come se il mondo si fosse capovolto. Però sono ancora viva, come vedi, e questa è la cosa più importante". Ottimista ma non sciocca: "La guerra continuerà a infuriare e tutto quello che è stato costruito, coltivato e cresciuto sarà di nuovo distrutto e disintegrato, per poi ricominciare da capo". Nadia Nencioni aveva 9 anni quando il 27 maggio del ’93 fu uccisa nella strage in via de’ Georgofili. Pochi giorni prima aveva raccontato in versi il termine del giorno: "Il pomeriggio se ne va, il tramonto si avvicina, un momento stupendo, il sole sta andando via (a letto). È già sera, tutto è finito". Chissà perché non aveva pensato all’alba, che pure ha tanti estimatori. Come se fosse già accaduto, si era concentrata sulla fine ma anche lei senza disperazione, perché i bambini non ci cascano. Mandava il sole a letto, un posto sicuro. "Stupendo" era l’aggettivo scelto fra tanti. E poi con la freddezza chirurgica di Nostradamus prendeva atto dell’irreparabile. È importante credere che l’operazione Tramonto si ispiri a lei. E che il boss al momento dell’arresto si sia visto consegnare davvero dai carabinieri un foglietto con le sue parole. Il mio tramonto e il tuo, che mi hai fatta saltare in aria con una sorellina di neanche due mesi. La mia consapevolezza della banalità del male e la tua sconcertante impunità. È bello pensare che qualcuno ci abbia pensato. E che abbia affidato a una bambina la sentenza che vale più di una vendetta scomposta e mille ergastoli. Sapevo già tutto, senza rancore. E se avessi conosciuto Pessoa ti avrei inchiodato così: "Tutto è imperfetto, non c’è tramonto così bello da non poterlo essere di più".