Martedì 23 Aprile 2024

"I picchiatori saltavano su Willy svenuto" Il giudice: incapaci di resistere alla violenza

Il racconto choc dell’amico del branco e di un testimone. "Sono scesi da un bolide e hanno attaccato tutti in modo selvaggio". L’ordinanza: aggressione senza motivo, la vittima non c’entrava nulla. L’autopsia è sconvolgente: il 21enne è stato martoriato di botte

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di Giulia Prosperetti

Si sfalda il branco e tra accuse reciproche e rimpallo di responsabilità le prime verità iniziano a trapelare. Una ragione alla morte Willy Monteiro Duarte, ucciso a soli 21 anni in seguito a un violento pestaggio a calci e pugni, non c’è, ma a fornire una ricostruzione di quanto avvenuto a Colleferro nella notte tra sabato e domenica sono le 14 pagine dell’ordinanza firmata dal gip di Velletri, Giuseppe Boccarrato. Una violenza definita dal magistrato "immotivata e inaudita" che non si è fermata neanche di fronte al corpo inerme del ragazzo a terra sul quale gli aggressori hanno continuato ad accanirsi "saltandoci sopra" e "passandoci con i piedi". Secondo il giudice gli indagati sono incapaci di resistere all’impuslo della violenza.

Testimonianze pesanti che hanno portato alla convalida dell’arresto per concorso in omicidio preterintenzionale dei fratelli Gabriele e Marco Bianchi e dei loro amici, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. A rompere il muro di omertà accusando gli altri tre è stato quest’ultimo. Per lui, il cui racconto è stato in parte confermato da altre testimonianze, il gip ha disposto i domiciliari definendo la sua posizione "più sfumata". Mentre era in corso il massacro di Willy – secondo quanto si legge nell’ordinanza – Belleggia, che la sera dell’aggressione aveva anche un avambraccio ingessato, sarebbe stato impegnato "in uno scontro verbale concluso senza violenze significative" e "pur trovandosi suo malgrado coinvolto nell’alterco al quale aveva dato involontariamente origine, si era limitato a sbracciarsi al fine di guadagnare una via di fuga". A inveire contro il giovane aspirante chef di Paliano sarebbero stati, invece, gli altri tre. Belleggia (che rivela: i fratelli Bianchi mi minacciarono di stare zitto) racconta di aver visto Willy cadere all’indietro dopo che Marco Bianchi gli aveva sferrato un calcio sul petto mentre Gabriele picchiava l’amico del 21enne, Emanuele Cenciarelli, testimone chiave dell’indagine. A sferrare colpi al ragazzo steso a terra – secondo Belleggia – sarebbe stato Pincarelli. Secondo la testimonianza di Fayza Rouissi a sferrare gli ultimi colpi a Willy sarebbe, invece, stato Gabriele Bianchi: "Perdeva sangue dalla bocca. Gabriele l’ha picchiato da terra per qualche istante, dopodiché, quando è arrivata la sicurezza dei locali, è scappato insieme agli altri". Centrale risulta la ricostruzione di Cenciarelli che quella sera era insieme a Willy e altri amici in largo Santa Caterina a Colleferro. "Ricordo subito l’immagine di Willy steso a terra, circondato da quattro o cinque ragazzi che lo colpivano violentemente con calci e pugni". Cenciarelli, fornendo un’accurata descrizione di abiti e tatuaggi, ha indicato negli aggressori i quattro di Artena. "Tutti i suddetti ragazzi, sferravano calci e pugni contro me e Willy".

Colpi da professionisti che – come è emerso dall’autopsia – hanno causato sul corpo del giovane traumi ovunque distribuiti tra torace, addome e collo alla base dello shock che ha indotto l’arresto cardiaco. L’ultima immagine che emerge dalle testimonianze è quella di Willy che "tremava e si agitava come se avesse le convulsioni". "Ho visto sopraggiungere ‘a palla’ un’auto di grossa cilindrata – racconta un testimone oculare –. Sono scese 5 persone", tra cui i due fratelli e un ragazzo con il braccio ingessato, "che si sono lanciate contro chiunque capitasse a tiro, sferrando calci e pugni e poi si accanivano contro Willy". Botte senza curarsi – scrive il giudice – della vicinanza alla stazione dei carabinieri e della presenza di decine e decine di ragazzi impietriti di fronte alla violenza. Tanto da andare a bere un caffè in un bar mentre Willy moriva.