I partiti si dividono sui profughi Draghi prudente: aiuti mirati

Il premier: "Piano europeo per accogliere chi si è esposto e ha collaborato con noi, l’Unione sarà all’altezza". Duello Letta-Salvini: il Pd vuole una mobilitazione nazionale, la Lega apre a "qualche decina" di sfollati

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di Antonella Coppari

Non solo i collaboratori e le loro famiglie, anche "tutti coloro che si sono esposti in questi anni per la difesa delle libertà fondamentali, dei diritti civili, dei diritti delle donne". Mario Draghi interviene al TG1 e allarga il perimetro della disponibilità italiana ad accogliere chi vuole lasciare l’Afghanistan di nuovo in mano ai talebani. Non è un’apertura indiscriminata come vorrebbe la sinistra, ma va oltre la semplice disponibilità verso chi ha lavorato direttamente assieme ai nostri diplomatici e ai nostri militari. Tratteggia un bilancio degli ultimi vent’anni e avverte: "I 54 soldati italiani caduti in missione non sono morti invano: hanno difeso i valori in cui credevano. Sono eroi". Ma poi guarda al futuro, ad un’operazione che deve coniugare "accoglienza e sicurezza". E che si inserisce in un quadro che va oltre i nostri confini, riguarda l’Europa e il mondo intero. L’ex governatore della Bce ne parla di buon mattino con Angela Merkel – che sta consultando tutti i leader alleati – convinto che la Ue "sarà all’altezza del compito"; concorda con la cancelliera tedesca sul fatto che "la cooperazione internazionale è cruciale" sia per far fronte all’urgenza di evacuare gli stranieri e le persone fragili quanto per evitare una crisi umanitaria e una nuova escalation terroristica.

Temi e priorità indicate anche dal titolare della Farnesina, Di Maio ai colleghi Ue nel summit di ieri. "In questa opera di collaborazione – insiste Draghi – entreranno Stati come la Cina, la Russia, l’Arabia saudita, la Turchia, tutti membri del G20, che offre naturalmente una sede dove avviare quest’opera. A fine mese – continua – ci saràil G20 dedicato alle donne a Santa Margherita ligure. E noi come presidenza siamo impegnati a costruire una sede adeguata". Ma prima, già la prossima settimana, si apprende nella notte, ci sarà un G7 virtuale per discutere "un approccio comune" deciso in accordo da Joe Biden e Boris Johnson.

L’Italia si prepara a fronteggiare il terremoto afghano nella speranza che la magnitudo sia limitata. Al momento, la priorità condivisa dalle forze politiche è portare in salvo gli afghani che hanno collaborato con noi. Ma sull’accoglienza dei profughi le posizioni sono diverse: se Enrico Letta lancia "una grande mobilitazione nazionale per aiutare chi resta e accogliere chi fugge", che illustrerà stamani nella segreteria del Pd, Matteo Salvini la pensa in modo opposto.

"Accogliere decine di persone che hanno collaborato con la nostra ambasciata mi sembra doveroso. Ma nessuno ci venga a parlare di accogliere decine di migliaia di afghani". Parole che fanno rabbrividire la capogruppo di LeU al Senato, Loredana De Petris: "I Paesi europei devono creare corridoi umanitari e attrezzarsi per garantire accoglienza ai profughi che arriveranno da quel martoriato Paese". Sulla stessa linea l’Anci (associazione dei comuni): "I sindaci sono pronti a farsi carico di chi va via da Kabul". Sia ben chiaro: lo shock afghano è troppo vicino perché emergano vere lacerazioni, ma con un capitolo incandescente come l’immigrazione di mezzo non è detto che di qui al 24, quando verranno discusse in commissione le relazioni dei ministri Di Maio e Guerini, e soprattutto poi in aula a fine mese, quando ci sarà il dibattito, le divisioni non diventino più profonde.