Mercoledì 24 Aprile 2024

I parà russi in Kazakistan Si spara ad altezza uomo

Scene da guerra civile. Decine di morti, un migliaio di feriti e 2mila arresti. Putin in soccorso del presidente Tokayev, la Farnesina: "Porre fine alle violenze"

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Il palazzo presidenziale e il municipio di Almaty che continuano a bruciare, altri edifici governativi in rovina, veicoli della polizia carbonizzati nelle strade, bossoli di proiettili a cospargere il terreno. E ancora, di tanto in tanto, il rumore di spari proveniente dalla piazza della Repubblica, nel cuore della città.

L’ex capitale e centro economico del Kazakistan, avvolta nella nebbia, appare come un girone dantesco. Immagini da guerra civile più che da proteste di piazza, con un bilancio che si aggrava di ora in ora. Decine i morti, almeno un migliaio i feriti e circa 2mila arresti, secondo le ultime cifre fornite dalle autorità. Intanto, guidate dai paracadutisti russi, arrivano le avanguardie delle forze dei Paesi del Trattato collettivo di sicurezza (Csto), chiamate in soccorso dal presidente Kassym-Jomar Tokayev, secondo il quale il Paese è vittima di un attacco di terroristi guidati da potenze straniere.

Dello stesso avviso Mosca, secondo la quale "formazioni armate organizzate" sono all’opera per "minare la sicurezza e l’integrità" del Kazakistan, finora considerata la più stabile e prospera Repubblica ex sovietica dell’Asia centrale, alleata della Russia ma che negli anni ha attirato enormi investimenti, anche Usa ed europei, per sfruttare le sue risorse energetiche. E non è un caso che il ministero degli Esteri abbia tenuto ad assicurare che "gli investimenti esteri e gli affari delle società straniere saranno protetti". Mentre la Farnesina, lanciando un appello perché "si metta immediatamente fine alle violenze", sottolinea i "rapporti di amicizia" e il "solido partenariato economico" tra l’Italia e il Kazakhstan.

Avere un quadro preciso della situazione, e capire come sia evoluta dopo le prime proteste scoppiate domenica per l’aumento dei prezzi del Gpl, non è facile, anche per il blocco quasi continuo di Internet e delle linee dei telefoni cellulari. Ma le scene di distruzione e diverse testimonianze indicano che almeno dalla giornata di mercoledì le manifestazioni pacifiche hanno lasciato posto a scontri sempre più violenti, tra oppositori anche armati e forze di sicurezza che non hanno esitato ad aprire il fuoco ad altezza d’uomo. Per la portavoce della polizia di Almaty molti manifestanti hanno cercato di dare l’assalto a sedi governative e commissariati di polizia. "Decine" di loro sono stati uccisi, ha ammesso la stessa fonte. Mentre sul fronte opposto le autorità parlano di almeno 18 morti tra le forze di sicurezza. E a calmare la situazione non è bastato finora l’annuncio delle autorità kazake della decisione di calmierare per i prossimi sei mesi i prezzi del gas.