I Nomadi che non ti aspetti: "Basta, salvate l’economia"

Il leader Carletti boccia la tagliola delle 22: distrugge il mondo della musica. "Lasciateci suonare fino alle undici di sera, farebbe bene anche al turismo"

Beppe Carletti, leader dei Nomadi

Beppe Carletti, leader dei Nomadi

"Se non lavori, perdi la tua identità, ti senti completamente inutile. Questo coprifuoco (qui tutte le polemiche, ndr) distrugge il mondo della musica live". Non ci sta Beppe Carletti, leader dei leggendari Nomadi, la band più longeva del panorama pop-rock italiano. Nel giorno in cui l’Italia riapre e ci sarebbero mille motivi per essere felici, lui le suona al governo.. Non gli basta la soddisfazione dì una carriera artistica che – dopo oltre cinquant’anni – continua ad andare a gonfie vele. Nemmeno il successo del nuovo album, Solo esseri umani, dopo l’uscita del singolo Frasi nel fuoco di pochi giorni e già nella classifica degli album più venduti su iTunes. Il nuovo decreto, soprattutto il corpifuoco lasciato alle 22, ha spento il sorriso anche al suo consueto buonumore.

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Carletti, il mondo dello spettacolo ancora in ginocchio. Il coprifuoco alle 22 impedisce di poter ricominciare a suonare.

"Un disastro. Non é nel mio stile fare polemiche, ma questa volta proprio non ci siamo. Fermo restando che c’è ancora una pandemia che sta distruggendo il mondo. Non sono un economista, ma credo che queste nuove decisioni stiano veramente azzoppando il nostro Paese".

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Perché?

"Come si fa a mandare a letto la gente alle dieci? Sono tanti gli interrogativi che mi pongo. Non c’è una visione chiara in queste manovre. Penso anche agli albergatori e al nostro turismo. Se continuiamo cosi, la gente andrà in vacanza in Grecia e in Croazia. Per noi, sarà un danno pazzesco".

Come si esce da questa situazione?

"La formula magica, sicuramente, non ce l’ha nessuno. Credo che ci vorrebbe una maggiore elasticità, ma soprattutto più controlli. Ecco, il controllo dovrebbe essere ferreo. Potrebbero farci suonare fino alle 23 poi tutti a casa. Se ci fanno suonare dalle 19 alle 22 potrà venire solo la gente del paese. Ho sentito cose terrificanti in questi giorni. Persone che hanno fatto autocertificazioni false e qualche giudice che gli ha pure dato ragione. Inammissibile".

Coi suoi colleghi musicisti discutete di questo freno al vostro motore dello spettacolo?

"Cerco di evitare per non rattristarmi e non rattristare loro. Penso al nostro gruppo. A parte noi dei Nomadi, attorno al nostro concerto ci sono tantissime altre persone che lavorano. Parlo di tecnici, autisti e di chi monta e smonta il palco. Diciamo che ci sono circa diciotto famiglie che dipendono dal nostro lavoro. Ogni giorno mi chiedono quando riprenderemo a lavorare e io, purtroppo, non ho risposte. I grandi nomi, invece – quelle star che fanno pochi concerti ma di maggiore portata –, hanno la possibilità di spostare i loro mega concerti. E, in più, hanno già venduto i biglietti".

Ha dovuto affrontare tragedie e lutti legati al Covid?

"Purtroppo sì. Non parlo di musicisti, ma di tanti altri amici che se sono andati con questa terribile pandemia".

Si farà vaccinare quando sarà il suo turno?

"Assolutamente sì, sembra proprio l’unico modo per uscire da questo tunnel. Sono anche molto rispettoso di tutte le norme per contenere il virus. Distanze e mascherine: sempre. Una situazione così brutta, in tanti anni di vita e di carriera, non l’avevo veramente mai vista".