"Gli anticorpi monoclonali funzionano contro il Covid". Silvestri: troppi pregiudizi

Il professore dell’Università di Atlanta critica l’Aifa. "Sperimentazione in ritardo" "Basta contrapposizione con la cura col plasma: dobbiamo salvare vite umane"

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All’annuncio del via libera degli anticorpi monoclonali da parte dell’Agenzia del farmaco il virologo marchigiano Guido Silvestri, ordinario all’Università di Atlanta, ha reagito così: "Ottime notizie e tanta rabbia".

Perché?

"Sono ottime notizie perché questi farmaci sostanzialmente funzionano. La rabbia viene dal fatto che si poteva farne largo uso in Italia già da mesi, esattamente come si fa negli Usa, attraverso un trial clinico pragmatico, ma purtroppo Aifa scelse di non autorizzare questo uso".

C’è stata un’attività di contrasto all’utilizzo di questa terapia forse per una sorta di concorrenza tra anticorpi monoclonali e utilizzo di plasma convalescente?

"Purtroppo sì. In generale, credo che alla base di diverse critiche esasperate verso i monoclonali ci siano ragioni non scientifiche, ma ideologiche, o magari di propaganda partitica, e la cosa è di grande tristezza considerando che l’obiettivo comune dovrebbe essere quello di salvare vite umane".

Lei ha criticato i media italiani di non essersi occupati con attenzione della vicenda degli anticorpi monoclonali. Se è così perché è accaduto?

"Posso fare solo ipotesi. In queste ultime settimane sta emergendo con grande chiarezza che Aifa ha fatto un errore colossale sostenendo che bisognava aspettare l’autorizzazione di Ema, l’agenzia del farmaco europea, come hanno sottolineato, tra gli altri, l’ex direttore generale di Aifa,Luca Pani, e Walter Ricciardi, consulente speciale del ministro Speranza su Covid. Una notizia come questa andrebbe data con grande risonanza".

I dati di LY co V555 e LY cov 016 sono a suo parere molto buoni? Soprattutto nella prima fase del virus?

"A mio parere sono molto promettenti, con riduzione del 70% di ricoveri ospedalieri e morti nei soggetti a rischio di sviluppare Covid severo. In questo senso va sottolineato che la sperimentazione sarebbe servita, oltre che a salvare delle vite umane, a raccogliere importanti ulteriori dati sull’efficacia degli anticorpi".

Lei ha utilizzato molto i social sul tema vaccini e sulla lotta al Covid, ma ha denunciato i leoni da tastiere organizzati nella battaglia contro i monoclonali. È ancora convinto che siano i social i mezzi di comunicazione più utili?

"I leoni da tastiera ’anti-anticorpi’ sono una banda che opera esattamente con le stesse modalità dei No-Vax e la stessa mancanza di argomentazioni scientifiche serie, al punto che, proprio come quest’ultimi, ricorrono ad attacchi personali a base di bugie e minacce. È il solito problema dei social, dove c’è un 99% di brave persone ed un 1% di gentaglia rumorosa ed ignorante".

Roberto Burioni è stato il primo ad affrontare questo scontro sugli anticiporpi monoclonali. Lei è ancora una volta al suo fianco?

"Roberto ed io vediamo le cose allo stesso modo, sugli anticorpi (di cui lui è un sostenitore della prima ora) come sui vaccini e su ogni altro tema scientifico, perché usiamo entrambi lo sguardo della scienza. Solo sul calcio la pensiamo diversamente".

I dati della vaccinazione invece sono in linea con le attese?

"I risultati dei trial clinici sui vaccini di Moderna e Pfizer sono stati straordinari, con il 95% di protezione. Purtroppo l’implementazione va un po’ a rilento, qui negli Usa finora abbiamo vaccinato solo 23 milioni di persone, dobbiamo accelerare perché la società deve tornare al lavoro. In Italia, da quanto leggo, si va più piano del previsto, speriamo si possa accelerare".

Covid, bollettino di oggi 1 febbraio. Dati Coronavirus Italia e regioni