Giovedì 18 Aprile 2024

I migranti sfondano il filo spinato Polonia, la Ue pensa a nuovi muri

Scontri e arresti al confine con la Bielorussia. Il presidente del consiglio europeo: rafforzare le barriere

Migration

di Roberto Giardina

Tre o quattromila disperati accampati nei boschi sul confine tra Bielorussia e Polonia mettono paura all’Europa. Si teme un’altra invasione come nel settembre del 2015, quando Frau Merkel non chiuse le frontiere e in pochi mesi oltre un milione di profughi entrò in Germania. E si tornano a alzare i muri, tra la Bielorussia e la Polonia e si manda l’esercito a fermare i fuggiaschi. Varsavia ha mandato ottomila soldati per difendere il confine lungo 400 chilometri, ma è un’impresa impossibile. Due gruppi numerosi ieri hanno abbattuto il reticolato vicino al paese di Bialowieza e sono entrati in Polonia, cercando di sfuggire ai militari.

Ne sarebbero stati fermati una cinquantina. Frau Merkel ha chiamato Putin per chiedergli di intervenire e fermare Lukashenko: "La strumentalizzazione dei profughi è disumana e del tutto inaccettabile". Ha risposto il ministro degli esteri russo Lavrov: "La Ue dovrebbe risarcire la Bielorussia con miliardi di euro, come ha fatto con Erdogan". Ma è Putin che dirige il dittatore di Minsk come una marionetta per mettere in difficoltà l´Unione Europea, divisa tra accoglienza e egoismo.

Ieri, due bombardieri russi in grado di portare l´atomica hanno sorvolato la Bielorussia. Un´azione dimostrativa. Lukashenko arriva a minacciare la guerra se avverranno provocazioni contro il suo Paese, respinge ogni accusa, ma aiuta i profughi a raggiungere il confine, e fornisce anche le cesoie per tagliare il filo spinato: "Non vogliono andare in Polonia, dichiara, tutti vogliono raggiungere la Germania". Il premier polacco Mateusz Morawicki ha accusato Lukaschenko di praticare "un terrorismo di Stato", di agire come un mercante di uomini per ricattare l´Europa.

Il presidente del consiglio europeo Charles Michel ha minacciato sanzioni, ma allo stesso tempo ha ammesso che sarebbe possibile un aiuto da parte della Ue per rafforzare i confini, cioè alzare nuove barriere. E l´Austria è pronta ad aiutare la Polonia per bloccare i fuggiaschi, ha dichiarato a Vienna il ministro degli interni Karl Nehammer. Ursula von der Leyen, presidente della commissione europea, da Bruxelles dichiara che si è pronti a colpire le compagnie aeree che portano i fuggiaschi a Minsk, dalla Siria, dall´Iran, dalla Libia, tra cui afgani che sono riusciti a lasciare il loro Paese. Inasprire le sanzioni non risolve il drammatico problema, e l´Europa non ha ancora preso una decisione comune dopo il 2015. Frau Merkel a settembre promise "ce la faremo", e a novembre annunciò "ce l´abbiamo fatta". Ma non era vero, e lei stessa aggiunge: "È mancata l´intesa e l´aiuto dei nostri partner europei".

Dopo il 2015, l´Afd il partito dell´estrema destra, è balzato da poco più del 4 a oltre il 12, ed è il primo partito in diverse zone della ex Ddr. La Germania, non ha ancora un nuovo governo a sei settimane dalle elezioni, e deve fronteggiare l´aumento dei contagi (mai così tanti dall´inizio dell´emergenza per il Covid), e non prende decisioni concrete. Berlino non vuole rompere con Putin, ma i tedeschi sono meno disposti alla solidarietà rispetto al passato. Horst Seehofer, il ministro degli interni, ha rafforzato i controlli alla frontiera con la Polonia per bloccare i profughi e dichiara di avere comprensione per le decisioni polacche. E i disperati passano ancora una notte all´addiaccio accampati nei boschi nel cuore d´Europa.