di Cesare De Carlo In America gli uomini diventano sempre meno uomini e sempre più donne. Chi lo dice? Un donnaiolo incorreggibile come Donald Trump? No. Un anti trumpiano, uno che i liberal (la sinistra del partito democratico) hanno sempre considerato uno di loro: Sean Penn. Tutti lo conoscono, anche in Italia. Attore e regista. I suoi film, da Mystic River a Milk, sono stati clamorosi successi. Di critica e pubblico. E probabilmente lo sarà anche l’ultimo Flag Day. Ebbene, in un’intervista al britannico The Independent ha dichiarato quel che negli Stati Uniti non avrebbe potuto dire, perché nessuno glielo avrebbe pubblicato: "Gli uomini si sono selvaggiamente femminilizzati" e "per vigliaccheria smettono di portare i pantaloni e mettono la gonna". Il che non vuol dire che gli uomini siano esseri superiori e le donne inferiori. Al contrario. "Nella mia vita ci sono donne forti che non prendono la mascolinità come un segno di oppressione". Fra le donne della sua vita, per limitarci alle mogli, ci sono state Leila George, Robin Wright, Madonna. "La cultura americana di questi ultimi anni e in particolare la Cancel Culture hanno snaturato i ruoli. Avere modi brutali e anche solo bruschi o irrispettosi verso una donna non ha niente a che fare con la mascolinità". Conclusione: "Per essere corretti con una donna non è necessario diventare donna". Accenti inauditi, decisamente biasimevoli nell’America di Biden. Penn si colloca al di fuori del politically correct che intossica i media, le università, le scuole, persino il Pentagono. Alla sua età, 61 anni, e con il suo prestigio se lo può permettere. Ma... è davvero così? Davvero la società americana si sta svirilizzando? I sintomi ci sono. Uno fra i tanti: un paio di mesi fa un ex marine, missioni nel Golfo Persico e in Siria, va all’aeroporto. Mostra il ...
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