"I terroristi mi hanno impedito di essere genitore, non voglio che mi impediscono di essere anche nonno". Baruch Ben Yigal ha le idee chiare, più chiare del buio della morte del figlio, un soldato dell’esercito israeliano ucciso a 21 anni durante un’attività operativa nel villaggio palestinese di Yabad. L’uomo e la moglie non si sono arresi al dolore per la perdita del ragazzo e hanno avanzato al governo di Gerusalemme una richiesta del tutto eccezionale: chiedono di poter utilizzare lo sperma, che sono riusciti a recuperare dal corpo del giovane, e di poter diventare nonni. Dicono di avere i nomi e le informazioni di 182 donne, residenti in diverse parti d’Israele, pronte a divenire madri surrogate. Per ora, continua Ben Yigal, lui e sua moglie non hanno fatto ancora nulla solo perché lo Stato si è messo di traverso. Secondo il racconto dei genitori, Amit Ben Yigal, il loro unico figlio, membro di un corpo da combattimento d’elite, voleva essere padre. "Lo voleva davvero, lo ha messo per iscritto, ne ha parlato", incalza il padre che già si vede a spupazzare il nipotino. "Questo bambino saprà chi era suo padre – continua l’uomo –, avrà un nonno. Avrà tutto. Questo bimbo ci guadagnerà soltanto, perché avrà una famiglia calorosa che lo vuole e lo amerà sempre". Sul fronte legislativo ci sarebbe sul tavolo del governo una proposta di legge che consentirebbe una gestazione come quella auspicata dai genitori del soldato Ben Yigal. Entro un mese dovrebbe essere portata all’attenzione della Knesset. ...
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