I Fratelli musulmani e la scia dei soldi. "L’Europa li finanzia senza saperlo"

L’esperto di terrorismo Lorenzo Vidino: "Si nascondono dietro reti di associazioni che ottengono fondi statali o locali"

Proteste contro il presidente Macron

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"In Francia l’islamismo è percepito come una delle minacce principali ai valori repubblicani. Ci sono gruppi, come la Fratellanza musulmana, che hanno l’obiettivo di spaccare le società europee". Per Lorenzo Vidino, direttore del programma sull’estremismo alla George Washington University e autore di ‘Islamisti di Occidente’, questo pericolo non va sottovalutato.

Professore, come opera la Fratellanza in Europa?

"I membri di questa organizzazione non usano i fucili. Hanno creato una rete di moschee e associazioni che attraverso le loro attività diffondono una visione dell’Islam che crea polarizzazione. Il musulmano deve vedersi diverso e in costante contrapposizione con la società europea".

Per l’ex numero uno dei servizi segreti francesi la Fratellanza è un lupo travestito da pecora.

"L’islamismo non violento sul lungo termine è molto più pericoloso. Spesso ci focalizziamo sugli attentati, ma quelli in realtà sono fuochi di paglia. I Fratelli musulmani possono arrivare a influenzare le comunità islamiche europee, creando un mondo parallelo e antagonista. Le spaccature si manifestano in vario modo. In Francia diversi bambini musulmani si rifiutano di partecipare alle feste di compleanno di loro compagni di classe perché non sono islamici. Gli insegnanti, come ha fatto notare il sindacato, hanno paura di spiegare in classe gli orrori dell’Olocausto o far vedere film in cui ci sono scene di bacio, per paura di ritorsioni. Inoltre la Fratellanza crea un bacino di simpatia per il jihadismo".

Cioè?

"Chi si stanca dei metodi lenti di infiltrazione nelle istituzioni politiche può abbracciare la lotta armata. Bin Laden, Al Zarqawi e Al Baghdadi sono tutti ex fratelli che, per dirla con una battuta, hanno perso la pazienza".

Uno degli ex membri della Fratellanza musulmana che ha intervistato nel suo libro sostiene che bisognerebbe ripulire le moschee da questa organizzazione e bloccare i fondi. È la strategia giusta?

"Numericamente la fratellanza è un gruppo ridotto: in Europa ogni Stato ha tra i cento e i mille adepti. Il problema è che esercitano un’influenza sproporzionata. L’Ucoii, che opera in Italia, ha ricevuto 25 milioni dal Qatar. È una cifra che qualsiasi altro gruppo islamico si sogna. In Austria hanno vietato qualsiasi tipo di finanziamento dall’estero per le organizzazioni di tipo religioso. In Italia non so se sarebbe costituzionale".

Quindi cosa si dovrebbe fare?

"Bisogna cercare di ridurre l’influenza di questo movimento con le benvenute difficoltà che si trovano negli Stati democratici. Molte amministrazioni locali, anche italiane, hanno ricevuto fondi da associazioni vicine ai Fratelli per realizzare diversi progetti sul territorio, senza sapere bene da dove arrivavano quei soldi e qual era il loro reale obiettivo. Come se non bastasse, molte organizzazioni vicine alla Fratellanza hanno ricevuto fondi statali o locali per portare avanti le loro attività".

Anche perché in Europa la Fratellanza si nasconde e non rivela mai la propria identità.

"Esatto, negano di esistere. Come fa la mafia".