I forzati del pass: un milione al giorno E aumentano le assenze per malattia

Raddoppiano i tamponi, le farmacie assumono e prolungano i turni. I certificati medici sono 83 mila (+11.2%)

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di Giulia Prosperetti

Oltre un milione di green pass scaricati in 24 ore, una cifra mai vista. E poi il nuovo record di tamponi, 662 mila, e livelli ancora altissimi (+11,2%) di assenze per malattia, anche se rispetto a venerdì c’è un (piccolo) calo. A pochi giorni dall’introduzione del green pass obbligatorio per i lavoratori, la schiera degli irriducibili no vax ha risposto così alla nuova misura anti Covid. A volte facendo ricorso alla scorciatoia del darsi malati.

A parlare sono i numeri il cui evidente incremento, al netto dei primi raffreddori stagionali, appare riconducibile a una precisa strategia volta ad aggirare quella che continua ad essere vissuta da molti come "un’inaccettabile imposizione". Alle 17 di ieri i dati parziali dell’INPS segnavano un aumento pari all’11,2% dei certificati di malattia rispetto al martedì precedente (83.078 contro i 74.724 del 12 ottobre). L’incremento più rilevante si è, tuttavia, registrato nei giorni a ridosso dell’introduzione dell’obbligo. Venerdì 15 si sono dati malati 94.113 lavoratori, circa il 23% in più rispetto ai 76.836 del venerdì precedente. Lunedì, nel secondo giorno di lavoro dall’entrata in vigore della misura, l’INPS ha registrato 192.174 certificati, con un aumento del 16,4% rispetto all’inizio della settimana scorsa quando si erano assentati per motivi di salute in 165.061.

A ricorrere a tale escamotage sembrano essere soprattutto i lavoratori del settore privato, che sia lunedì che venerdì scorso sono pari al 72% del totale dei malati. A livello regionale il maggior numero di certificati si è registrato al Nord con la Lombardia che ha guidato la classifica di venerdì 15 con 17.946 lavoratori malati, superata lunedì 18 dai 20.589 certificati presentati in Emilia-Romagna. Tralasciando un’esiguo numero di “assenti ingiustificati“, la stragrande maggioranza dei non vaccinati ha optato per il tampone: ieri ne sono stati fatti 662 mila con le farmacie che hanno effettuato 548 mila test rapidi. È stato un pressing che nel fine settimana ha messo a dura prova le farmacie con code che, – per citare uno degli esempi più eclatanti – domenica sera a Bolzano hanno raggiunto i 200 metri e le 450 persone richiedendo, in alcuni casi, l’intervento dei vigili per evitare assembramenti.

"Il primo weekend è stato di assestamento ma la situazione non è assolutamente drammatica. Di domenica le farmacie aperte erano di meno e quindi c’è stata questa criticità – spiega Alfredo Procaccini, vicepresidente nazionale di Federfarma –. Durante la settimana non abbiamo riscontrato problemi. Sabato sono stati fatti oltre 500mila tamponi a fronte dei 300mila del giorno precedente". "Ci aspettiamo – prosegue Procaccini – un aumento delle richieste di tamponi ma in linea di massima le farmacie sono perfettamente in grado di reggere l’urto. Ormai siamo super organizzati, chi ha più richieste ha assunto personale in più e può prevedere aperture extra quindi non prevediamo criticità future".

Nonostante le farmacie siano sufficienti a soddisfare la richiesta dei tamponi, file si sono create nelle farmacie che applicano un prezzo più basso rispetto alle altre. "Il prezzo calmierato – prosegue Procaccini – è un prezzo massimo, ma chi vuole può anche abbassarlo: non ha grandi margini e punta alla quantità. Ci sono file maggiori nelle farmacie che offrono sconti sui tamponi ma a quel punto diventa una libera scelta del cittadino impiegare il suo tempo stando in fila. Sarebbe però auspicabile che questa fila per i tamponi si tramutasse in una fila per fare i vaccini".