Mercoledì 2 Ottobre 2024
GIOVANNI ROSSI
Cronaca

I filmati hanno fatto il giro del web

Due ragazzi lanciano l’animale dalla finestra di un agriturismo alla festa di compleanno di un’amica. Poi lo colpiscono alla testa fino ad ammazzarlo. La Lega antivivisezione: "Serve una condanna esemplare".

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Ma chi l’ha detto che in agriturismo si va per vivere al meglio il rapporto con la natura e l’ospitalità sacra tipica della campagna? Tra Anagni (20mila abitanti, famosa per aver dato i natali a quattro Papi) e Fiuggi (10mila residenti e una settimanale cascata di turisti termali), le cose vanno diversamente. Qui, nella notte tra sabato e domenica, un branco di giovani della buona borghesia fiuggina chiude una festa di compleanno con l’uccisione a calci di una capretta. Una sequenza di rara crudeltà subito pubblicata sui social.

La folle esecuzione è divisa in due tempi. Nel primo, i ragazzi trasportano la capretta su una carriola e la lanciano al piano sottostante; nel secondo, il primattore – un 17enne – colpisce l’animale a calci sulla testa, mentre tutt’intorno il gruppo ride e incita a proseguire la tortura finché la capretta muore. Il proprietario dell’agriturismo denuncia l’episodio ai carabinieri. Individuati i responsabili, è la procura dei minori di Roma a procedere all’iscrizione del seviziatore e del coetaneo che filma la scena nel registro degli indagati. Caso semplicissimo, con prove gentilmente offerte dai protagonisti. Perché c’è sempre qualcuno che filma. Nel Frusinate era già successo qualche mese fa, quando un altro giovane aveva preso a calci un gatto.

L’orrore suscitato dalla capretta uccisa supera ampiamente quel già triste precedente e potrebbe costare molto caro al colpevole (forse a caccia di like). Il reato di "uccisione di animali" è infatti disciplinato dall’articolo 544 bis del codice penale che prevede una reclusione da quattro anni a due anni per chi causa, "per crudeltà e senza necessità", la morte di un animale.

"Questo gesto di pura, assoluta crudeltà merita di essere punito in proporzione alla gravità del fatto", commenta Michela Vittoria Brambilla, presidente della Leidaa (Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente) e dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali. "Colpisce – continua l’onorevole forzista – la totale assenza di empatia, la totale insensibilità di chi ha compiuto quest’azione del tutto immotivata, e di chi ha ripreso l’avvenimento come se la distruzione di una vita fosse uno spettacolo godibile. Al parlamento il compito di inasprire le pene per i reati contro gli animali. Leidaa presenterà denuncia e si costituirà parte civile se si arriverà al processo".

Identica la posizione della Lav (Lega anti vivisezione): "Chiediamo a carabinieri e procura che le indagini portino a una condanna esemplare per un episodio tanto grave di violenza", protesta la responsabile Bianca Boldrini. "Questo genere di delitti sono espressione di pericolosità sociale. Auspichiamo una volta di più che il legislatore metta finalmente mano a una riforma del Codice inasprendo le pene per questi reati", aggiunge l’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali). Anche la politica regionale sta sul pezzo. "Quelle immagini lasciano senza parole – ragiona Giancarlo Righini, assessore all’Agricoltura –. Un gesto di rara violenza che desta profonda indignazione. Il fatto che la vittima sia un animale dimostra inoltre la codardia e la cattiveria di chi è privo di qualsiasi etica".

Quella capretta di pochi mesi, timida e indifesa ma abituata alle carezze dei visitatori, diventa così virale propria nella modalità imprevista dai partecipanti alla mattanza. Negli Stati Uniti, dal 2019, è in vigore il Pact Act, che eleva le crudeltà contro gli animali a reato federale con multe salatissime e pene detentive fino a sette anni. E in altri Paesi simili atti di crudeltà, al di là delle previsioni penali, comportano anche la segnalazione di chi li compie come persona potenzialmente pericolosa.